Lepore batte largamente Conti a Bologna: ma il vero sconfitto è Matteo Renzi
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Lepore batte largamente Conti a Bologna: ma il vero sconfitto è Matteo Renzi

L’esponente del fronte progressista si è imposto: fallito il tentativo renziano e della destra di condizionare il centro-sinistra

Matteo Renzi
Matteo Renzi
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Claudio Visani Modifica articolo

21 Giugno 2021 - 08.03


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Vince largo Matteo Lepore, sessanta a quaranta. Isabella Conti ottiene un buon risultato ma non quello sperato. Fallisce il tentativo del centrodestra di condizionare pesantemente le primarie del centrosinistra più assurde di sempre, dove la coalizione era variabile a seconda di chi le avesse vinte.

Il vero sconfitto è Matteo Renzi. Il Pd si salva in corner e può ora rilanciare il disegno dell’alleanza con la sinistra-sinistra e i  Cinquestelle.

E’ questa la sintesi della sfida di ieri a Bologna, ai gazebo del centrosinistra.

Sono state primarie molto partecipate: oltre 26mila i votanti, di cui quasi cinquemila online sulla piattaforma del Pd “Partecipa” e gli altri nei 43 seggi allestiti in città. Lepore, unico candidato del Pd, ha ottenuto 15.708 voti (59,6%), contro i 10.661 (40,4%) della Conti, lanciata da Renzi, candidata “indipendente” di Italia Viva.
La sindaca di San Lazzaro a spoglio ormai ultimato ha riconosciuto la sconfitta e si è congratulata col vincitore. E’ apparsa delusa del risultato (“eravamo Davide contro Golia, abbiamo combattuto con la fionda contro i poteri forti”) ma ha rassicurato il suo sostegno a Lepore e al centrosinistra alle elezioni vere di ottobre (“Matteo ha vinto meritatamente, su alcuni temi abbiamo visioni diverse, ma  siamo figli della stessa terra. Lo aiuteremo”).

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Il Pd, dopo aver rischiato l’osso del collo, può tirare un sospiro di sollievo. Non solo a Bologna ma anche a Roma. Lepore esce legittimato e rafforzato dai gazebo. Alle comunali di ottobre si potrà presentare come candidato sindaco di un centrosinistra largo ma principalmente alleato con la sinistra  di Coalizione civica, Articolo uno, Coraggiosa, Sardine e con i Cinquestelle. Mentre la sua sfidante immaginava una giunta senza i grillini, aperta ai centristi e ai moderati. “Sarà una bellissima storia – ha commentato il vincitore- con questo  risultato Bologna si conferma la città più progressista d’Italia”.  Poi ha teso la mano alla sfidante: “Nei prossimi giorni ci incontreremo. L’ho già sentita. L’ho ringraziata per il percorso che abbiamo fatto insieme e che faremo d’ora in poi per la nostra città”.
Alla Conti sono arrivate anche le telefonate di Letta e del  governatore Bonaccini. Mentre tutti i big, a cominciare dal padre nobile del Pd Romano Prodi, dicono: “Ora  avanti insieme, tutti con la stessa maglia, per vincere contro le destre”.

L’operazione politica tentata da Renzi lanciando la candidatura di Isabella Conti per spaccare il Pd e bloccare la linea politica di Letta di apertura a Conte e ai grillini che guardano a sinistra, per ora è fallita. La Conti non  ha sfondato. Non le è bastato avere l’appoggio dichiarato di mezzo Pd ancora renziano dentro (tre assessori, l’ex segretario provinciale Critelli, l’ex segretario cittadino Aitini, il consigliere regionale Paruolo, l’europarlamentare Elisabetta Gualmini) e di una parte del centro moderato (Bologna civica, i commercianti,  gli uomini vicino a Pierferdinando Casini e all’ex ministro Gianluca Galletti) per vincere.
Pur presentandosi  come indipendente (“sono isabelliana non renziana”) e lasciando le cariche nazionali che aveva in Italia Viva, non si è dimessa dal partito e non si è smarcata a sufficienza dal senatore di Rignano. Un fatto che sembra  averla penalizzata, motivando la parte più di sinistra dell’elettorato al voto. “Abbiamo respinto l’assalto di  Salvini e della Borgonzoni alle regionali, respingeremo anche quello di Renzi e Conti alle comunali”, era il  commento più gettonato a sinistra. Non è un caso se la vittoria più larga Lepore l’ha avuta nei quartieri  popolari, mentre la Conti è stata competitiva nel centro storico e nei quartieri più ricchi (la  famosa “sinistra  ztl”).

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Il tentativo di una parte del centrodestra di intrufolarsi alle primarie del centrosinistra per inquinare il voto a vantaggio della Conti c’è stato.

Diversi esponenti dell’area moderata hanno dichiarato apertamente il loro  sostegno alla renziana e invitato i propri simpatizzanti a votarla ai gazebo. L’analisi del voto seggio per  seggio forse ci dirà quanto è stato esteso questo tentativo. Di certo si sa che in alcuni seggi si sono  presentati elettori che volevano votare Conti ma si rifiutavano di firmare il manifesto del centrosinistra.

E  nei commenti alla diretta post spoglio della sindaca, molti hanno annunciato la volontà di non votare il ​candidato Pd e il centrosinistra alle elezioni vere.

Lei a questo punto dovrebbe comunque rimanere sindaca di San Lazzaro fino al termine del mandato, che scade tra tre anni. Anche se non si esclude che possa avere un ruolo nella futura giunta Lepore.

L’ipotesi della rottura nel centrosinistra e di una lista civica Conti catalizzatrice dei voti del centro destra, come avvenne nel 1999 con la vittoria di Guazzaloca, sembra ora definitivamente sfumata. Ancora incerta, invece, la partecipazione di Italia Viva alla futura coalizione.

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