Manca l’intesa politica, a quanto pare, e quindi il disegno di legge Zan andrà, molto probabilmente, verso lo stallo.
“Tutto fermo, al momento non ci sono segnali”, ha detto il capogruppo di Italia Viva al Senato Davide Faraone.
“A noi non è arrivato nulla, nessuna proposta”, hanno fatto sapere dal gruppo dem di palazzo Madama.
Al termine della settimana di lavoro (il Senato è convocato martedì 13 alle 16,30) il Ddl Zan appare in una posizione di stallo e una ipotetica intesa sul testo ancora tutta da costruire.
“Cosa manca? Un accordo politico. In un senso o nell’altro”, ha detto uno dei senatori di maggioranza più esperti.
“Spero sempre che ci sia un sussulto di saggezza. C’è ancora tempo”, è l’auspicio di Matteo Renzi, che, anticipa, prenderà la parola in aula alla ripresa.
“Ho convocato la prossima riunione della commissione per martedì prossimo, prima dell’aula”, ha annunciato il presidente della commissione Giustizia Andrea Ostellari.
In via di principio proprio per trovare un accordo. Ma, almeno al momento, su questo nessuno si sbilancia in Senato. Così, ad oggi, per la prossima settimana si prospetta una situazione “difficilmente governabile”.
Ad alzare le barricate dovrebbe essere la Lega, sia con il voto segreto che con “migliaia di emendamenti” al testo.
E Italia Viva? “Noi presenteremo i nostri emendamenti, ma si possono sempre ritirare. E non chiederemo voti segreti”, hanno fatto sapere.
Ma, è questo uno dei punti più controversi, i renziani non avrebbero intenzione di spingersi alle estreme conseguenze: “Se alla fine vedremo che solo per i nostri voti il Ddl non passa, noi lo votiamo”, assicura uno dei big di Iv.
E’ la posizione espressa in chiaro dalla deputata Lucia Annibali, sulla quale però non tutta Iv sarebbe granitica.
Ma il punto è che ogni partito è alle prese con delle ‘grane’ interne e nessuno è pronto a mettere la mano sul fuoco sul comportamento dei singoli senatori al momento del voto.
I ‘malpancisti’ appaiono ben distribuiti, che si tratti di seguire le indicazioni di votare sì o no. Nel Pd e anche nel M5S si continua a parlare di 4-5 senatori dubbiosi. Molti dem sono usciti allo scoperto anche oggi (Margiotta, Vattuone, Iori), confermando però il proprio sostegno. Stesso discorso vale per Forza Italia. Ma anche in Iv un paio di esponenti sarebbero fuori linea. A palazzo Madama chi sta tenendo i conti con il pallottoliere non esclude che al momento del voto, comunque, saranno diverse le assenze nei vari schieramenti.
In questo contesto il vero colpo di scena potrebbe arrivare dagli aspetti più tecnici e procedurali. Martedì, lo ha detto Renzi, al suo approdo in aula il Ddl Zan troverà le pregiudiziali di costituzionalità. Da discutere e votare. Il provvedimento, come è noto, è senza un relatore. Bisognerà individuarlo e, poi, dare un termine per la presentazione degli emendamenti, che vanno discussi e votati. Se saranno tanti (migliaia?) ci vorrà molto tempo. La prossima settimana dovrebbe quindi passare così. Mercoledì, inoltre, è in calendario in aula il voto sul Cda Rai.
Si arriva quindi al 20 luglio. A palazzo Madama sono attesi tre decreti in scadenza, da votare entro la pausa estiva. Come il Sostegni bis, che scade il 24 luglio. Sarà determinante, per avere delle indicazioni, la prossima Conferenza dei capigruppo che potrebbe tenersi martedì mattina. Ma “è possibile che si arrivi al voto sul Ddl Zan solo dopo l’estate”, si sbilancia un altro senatore esperto. Ovviamente, tutto cambierebbe in caso di un accordo politico. Altrimenti, per rubare una chiacchiera da Transatlantico, quando sarà si andrà in aula e “o la va o la spacca”.
Il ddl Zan va verso lo stallo: il rischio è il rinvio a dopo l'estate
In arrivo gli emendamenti e al Senato sono attesi tre decreti in scadenza, da votare entro la pausa estiva
globalist Modifica articolo
9 Luglio 2021 - 11.42
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