Letta si candida alle suppletive di Siena: "Se dovessi perdere ne trarrei le conseguenze"
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Letta si candida alle suppletive di Siena: "Se dovessi perdere ne trarrei le conseguenze"

Il segretario Pd: "Riforma della Giustizia necessaria, ma ci fidiamo di Cartabia. Lavoriamo bene con Draghi e puntiamo a un'alleanza solida con Conte"

Enrico Letta a Montalcino
Enrico Letta a Montalcino
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18 Luglio 2021 - 11.45


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 Enrico Letta è pronto a lasciare nel caso perdesse le elezioni nel collegio toscano che, in ottobre, dovrebbe portarlo in Parlamento: “E’ evidente che se i cittadini mi rifiuteranno, ne trarrò le conseguenze”, ma “intorno a me sento un buon clima” dice in occasione del primo impegno a Montalcino da candidato.

Fra i temi dell’intervista la riforma della giustizia “giusta e necessaria”.

“Dopo molti anni – osserva Letta – si va finalmente nella direzione di superare lo scontro politico tra giustizialismo e finto garantismo che ha tenuto in ostaggio il Paese troppo a lungo. Ma proprio perché è di importanza strategica, penso che il Parlamento abbia il diritto, direi il dovere, di contribuire a migliorarla” a patto “di non stravolgerne l’impianto”.

Letta si fida “molto della ministra Cartabia”: “Se vogliamo affrontare il percorso in modo ordinato – dichiara – occorre affidare a lei il volante, la guida di questo confronto nelle Camere”.

Il Pd “lavora molto bene con Draghi, così come ha lavorato bene con Conte, con il quale vogliamo costruire un’alleanza solida”. C’e’ inoltre disponibilità ad avere Italia Viva nell’alleanza di centrosinistra: “Io non caccio nessuno – assicura – ma far parte di una coalizione significa starci dentro con diritti e doveri, anche di lealta’”.

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Per quanto riguarda il ddl Zan, il Pd “vuole discutere con persone che hanno una sola faccia. Non trovo sia serio appoggiare le iniziative anti-Lgbtqi+ di Orba’n in Europa e poi disinvoltamente proporsi per una trattativa a difesa di quella comunità a livello italiano”.

Se Salvini vuole “confrontarsi con noi sulla Zan rinneghi pubblicamente le norme anti-Lgbtqi+ approvate in Ungheria”.

Tra le priorità delle azioni di governo dev’esserci: “Lasciare aperte le scuole, dire basta alla Dad perché le disuguaglianze partono sempre dal gap di conoscenza e formazione. Perciò faccio un appello al governo: nel Pnrr ci sono tante iniziative per ridurre i deficit educativi, si acceleri sull’utilizzo dei fondi”.

Il Green pass per Letta “va fatto”, “alla Draghi. Noi ci fidiamo del premier e del ministro Speranza”. Servono soluzioni “che coniughino libertà di movimento e apertura delle attività economiche in sicurezza. Ma non le dettano Meloni e Salvini”, conclude.

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