Un punto di vista diverso e discutibile che va controcorrente alla politica green adottata ormai da quasi tutta Europa, e a favore delle imprese.
“Da qui a un decennio l’economia cambierà completamente, nasceranno nuovi settori, e altri in base a questa sorta di eutanasia decisa dalla politica moriranno, è già scritto. L’Europa ha voluto accelerare sul green, ma attenzione a non finire fuori strada”.
Il leghista Giancarlo Giorgetti smonta la retorica del “verde a ogni costo” e che “green è sempre bello”.
“O tutto il mondo – spiega il numero uno dello Sviluppo economico condivide lo stesso obiettivo e quindi le stesse regole, oppure l’Europa con questa decisione si lega mani e piedi e perde da subito la competizione con Cina, Stati Uniti, Russia e India”.
“Temo – continua – che la politica italiana ritenga il futuro green tutto rose e fiori, ma cosa faremo quando chiuderanno le aziende che non saranno in grado di riconvertire la produzione? Formeremo i licenziati sulle nuove tecnologie per reinserirli o aspetteremo che si moltiplichino le situazioni di crisi con milioni di persone disperate per strada? Sono inaccettabili situazioni come quella della Whirlpool, di Embraco o della Gianetti Ruote”, dove 152 operai sono stati licenziati con una mail. Basti pensare a Ferrari e Maserati, dice.
“La motor-valley dell’Emilia Romagna senza una deroga rispetto alle direttive Ue che hanno stabilito obiettivi ambiziosi in termini ambientali è uno dei settori condannati a morte”. E ancora: “Dobbiamo creare un sistema che sia il West”, ha tuonato Giorgetti, “non il Far-West”. La sintesi è lapidaria: “Vogliamo puntare sulla transizione ecologica? Bene, ma questa avrà un prezzo”, ha concluso Giorgetti.