A Voghera è in atto una strenua difesa della Lega verso chi ha sparato e ucciso, come Massimo Adriatici, che in passato aveva già dato riprova di eccessi e comportamenti quantomeno discutibili.
La sindaca cerca di difendersi ma non parla nel merito di Adriatici, appartenente alla sua giunta, ma si rivolge ai cittadini.
“Voghera è una città oggi ferita come lo siamo noi tutti. Ho il dovere di difenderla e di descrivere la realtà, che è ben diversa da quella che sta emergendo. Voghera è una città moderata e accogliente in cui un pilastro portante del vivere sociale è costituito da associazioni di volontariato e da una fitta rete di servizi sociali”: il sindaco Paola Garlaschelli lo ha sottolineato nella lettera aperta inviata ai cittadini dopo la morte di Youns El Boussetaoui, ucciso da un colpo partito dalla pistola di Massimo Adriatici, l’assessore leghista alla sicurezza (autosospesosi dall’incarico) e ora ai domiciliari con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa.
Il suo è anche un appello verso chi oggi pomeriggio manifesterà nella piazza dove Youns è stato ucciso. “Dobbiamo ricordare che ci troviamo in un momento particolare, la pandemia ha risvegliato sentimenti di paura e diffidenza, a volte facendo emergere la parte più oscura della società, e siamo profondamente preoccupati che questa strumentalizzazione possa alimentare ulteriore rabbia e violenza. Mi rivolgo a tutti – spiega -, richiamando i valori più veri in ognuno di noi, affinché la tragedia già avvenuta non inneschi una spirale di violenza. Il mio appello va alla stampa, ai cittadini, ai manifestanti e ai politici. Voghera merita il rispetto che si deve a chiunque subisca tutto questo. Spegniamo le ostilità e uniamoci solidali, perché il modo migliore per rispettare la memoria di chi non c’è più è preferire il dialogo all’odio e alle barricate”.