L’allarme lanciato dall’Onu spaventa tutti quanti e gli obiettivi di “dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e portarle a uno zero netto entro il 2050” sembrano irraggiungibili ad oggi.
“Il tempo per salvare il pianeta sta finendo e i cambiamenti climatici sono diffusi, rapidi e si stanno intensificando lo dice l’ultimo rapporto (AR6) dell’Ipcc, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici diffuso stamane dell’Onu”.
Lo dichiara il coportavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli che aggiunge:
“I dati dell’Ipcc sono angoscianti perché configgono con l’inadeguatezza delle politiche sul clima dei governi del pianeta come dimostra l’esito del G20 che si è svolto a Napoli alcuni giorni fa dove non si è raggiunta l’intesa su due punti cruciali: dimezzare emissioni CO2 entro il 2030 e l’uscita dal carbone. In questo modo – continua l’esponente Verde- l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura del pianeta entro i 1,5°C è già sostanzialmente saltato perché per rispettare quel limite è necessario dimezzare le emissioni globali di CO2 entro il 2030 per azzerarle nel 2050 e tutto ciò avviene mentre la crisi climatica colpisce con eventi estremi in diversi Paesi, dalla Germania al Canada, dalla Cina all’India e anche l’Italia che al Nord è travolta dalle alluvioni e al Sud devastata dagli incendi con temperature oltre i 45 gradi C che stanno portando alla desertificazione. Purtroppo le misure del governo Draghi sul clima sono inadeguate e violano gli obiettivi dell’Ue come nel caso del Pnrr- denuncia Bonelli- che prevede un riduzione della CO2 di solo il 50% nel 2030 contro il 55% previsto dall’Europa, a ciò aggiungiamo il taglio di fondi, rispetto a quelli che sarebbero necessari, sul trasporto pubblico, l’assenza di investimenti sulla mobilità elettrica, sulle energie rinnovabili e sulla biodiversità, mentre i ministri Giorgetti e Cingolani stanno lavorando per bloccare il piano Verde Ue, lanciando una campagna di paura e contro l’auto elettrica e sulla motor valley”, conclude Bonelli.
“Se i principali Paesi non convergeranno su impegni seri impedire conseguenze più catastrofiche sarà’ impossibile e avremo danni climatici ben peggiori di quelli che vediamo oggi con un pianeta più caldo di 1,1°C rispetto all’era preindustriale, ma la lotta al clima per la politica e’ diventata una passerella comunicativa a partire da quella italiana che preferisce spendere miliardi di euro per il ponte sullo stretto di Messina invece di investire nella difesa del suolo, nella lotta allo smog e per la conversione ecologica di sistemi produttivi obsoleti.” Conclude Bonelli.