L’Italia che si è presentata alle Olimpiadi è un paese multietnico, che comprende atleti nati in tutti e ci nque i continenti.
Dopo i successi di alcuni atleti naturalmente integrati, il presidente del Coni ha proposto di accelerare sulla cittadinanza per i giovani di origine straniera per meriti sportivi, che hanno diritto al diciottesimo anno di richiederla.
Queste parole hanno trovato subito la sponda dei ragli razzisti della destra leghista, sempre pronta a scatenare polemiche becere e insensate.
“Malagò è stato maldestro, ha parlato di Ius soli dopo la vittoria di Marcell Jacobs, che è invece la negazione vivente dello Ius soli: è nato in Texas da una madre italiana, Ius sanguinis non Ius soli”.
Così Nicola Molteni sottosegretario all’Interno e deputato leghista commenta l’appello lanciato dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, ad accelerare il riconoscimento dello Ius soli per gli sportivi.
“Queste medaglie ci confermano che siamo nel giusto” e parlando dell’oro vinto da Fausto Desalu nella staffetta ribadisce: “Quella di Desalu è una storia bellissima, la storia di un italiano che ha deciso di diventarlo a 18 anni, ora ha vinto e sono molto orgoglioso di lui. La cittadinanza e’ uno status non un diritto, deve essere una scelta e non un automatismo”.
E aggiunge: “Esiste una legge del 2016 che consente ai minori stranieri di essere tesserati dalle federazioni sportive italiane. A 18 anni chiedono la cittadinanza e faranno parte della Nazionale”.
Alla domanda se si debba intervenire o meno sulla legge del 1992 sulla cittadinanza e a proposito delle spinte che arrivano dal Pd per portare avanti lo Ius soli, Molteni resta fermo: “Quella legge pur essendo datata è ancora uno strumento molto utile. Tanto che qui si ottengono più cittadinanze di quanto succeda in Paesi con storie migratorie più importanti, come la Francia. La legge sulla cittadinanza non si cambia. Lo Ius soli non passerà mai. E la Lega è la garanzia di ciò”.