Calderoli difende la xenofobia: "Letta ha avuto incarichi con Cina e sauditi, a chi vuole dare lezioni sui diritti?"
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Calderoli difende la xenofobia: "Letta ha avuto incarichi con Cina e sauditi, a chi vuole dare lezioni sui diritti?"

Il senatore leghista che ha paragonato la Kyenge ad un orango non ha altri argomenti per replicare alle richieste di Ius Soli da parte del segretario del pd

Roberto Calderoli
Roberto Calderoli
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12 Agosto 2021 - 19.16


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Potrebbe sembrare un vecchio scatch di Fabio de Luigi in un noto programma della Gialappa’s Band di qualche anno fa ma, purtroppo, è la pure realtà: pur di difendere la xenofobia, il ministro del Carroccio è pronto ad attaccare a spada tratta Letta.
“Nei suoi sette anni di esilio volontario a Parigi, esilio indubbiamente dorato, Enrico Letta tra le altre cose ha fondato la società di mediazione Equanim, mediatrice nell’accordo Veolia Suez, ha poi diretto per quattro anni la ‘Publicis’, un colosso pubblicitario con stretti rapporti con l’Arabia Saudita e ha poi ricevuto un incarico dai cinesi di ToJoy per l’apertura di nuove occasioni di mercato delle imprese cinesi in Europa. E chi ci vuole dare delle continue presunte lezioni sui diritti è lo stesso Letta che ha avuto tutti questi incarichi con regimi come l’Arabia o la Cina?”.
Lo domanda il senatore della Lega, Roberto Calderoli.
“È un omonimo quello che ha avuto questi incarichi o è proprio il Letta segretario del Pd quello che propone lo ius soli, che in passato ho avuto l’onore e l’onere di affondare in Senato e che anche oggi non avrà mai i numeri per farlo approvare? È sempre lo stesso Letta o è un omonimo quello che spinge per la legge Zan che non hanno mai voluto approvare con i governi di centrosinistra e mai riusciranno a far passare la Senato con un Esecutivo di larghe intese per necessità?
“Povero Letta come ne fa una la sbaglia, compresa la sua candidatura alle suppletive. Perché non ragiona su come questi suoi molteplici incarichi appaiano in netto conflitto di interessi verso il nostro Paese e soprattutto non ragiona sull’opportunità di dimettersi dalla segreteria del Pd prima che a costringerlo a mollare siano gli elettori? Tanto dopo il risultato delle prossime elezioni amministrative e suppletive alle fine sarà così, dovrà dimettersi a furor di popolo… Enrico stai sereno, te lo si dice per la seconda volta…”, ha concluso Calderoli.

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