Il giorno dopo la capitolazione della capitale dell’Afghanistan sono tanti i pensieri che provengono anche dalla politica italiana.
A commentare i fatti degli ultimi giorni è Nicola Oddati del Pd.
“Kabul è caduta. Vent’anni di missione. Morti, feriti, miliardi spesi a sostegno dell’iniziativa”. Così Nicola Oddati, commentando l’avanzata dei talebani e la presa di Kabul dalla pagina Facebook di Rete Prossima.
“I talebani- prosegue- torneranno ad applicare la sharìa riportando il Paese nel Medioevo sopprimendo ogni elementare forma di libertà, sopprimendo ogni diritto. E le donne, in particolare le donne, soffriranno un’oppressione che in tante, tantissime speravano di non dover subire mai più”.
Oddati rimarca: “Tutto questo, tutto quanto, è un enorme problema innanzitutto per il popolo afghano, poi per l’equilibrio nel Medio Oriente e per la politica dell’Occidente. Come è stato possibile dopo 20 anni di missioni militari? Chi ha armato i talebani? Cosa ha fatto la diplomazia occidentale? Chi renderà conto dei sacrifici dei militari mandati in Afghanistan e dei soldi spesi? Tutto polverizzato. Ci porti a riflettere, questa drammatica situazione. Caviamone un grammo, un atomo di indicazione per il futuro. Su come scegliamo di agire, come gestiamo questioni e casi così delicati come quello afghano. Ci porti a dire che questo modo di fare non è sbagliato: è il più sbagliato. La politica estera delle democrazie occidentali ha subìto una sconfitta grave, un colpo drammatico. Molto va ripensato. Intanto si attivino subito corridoi umanitari per mettere in salvo coloro che non vogliono essere brutalizzati dal regime talebano”.
Conclude Oddati: “Mai più missioni nel buio e finanziamenti ad assassini mascherati da militari. Basta armare, per ragioni commerciali, chi costruisce regimi autoritari, alimenta il terrorismo e non rispetta i diritti fondamentali per ogni essere umano. La lezione deve essere quella della coerenza tra le parole che pronunciamo e le cose che facciamo”.