Parole che fanno ridere dopo l’abbraccio mortale con Salvini, leader di una destra estremista che non prende le distanze dai nostalgici del fascismo, ha espresso dirigenti che invocano piazze dedicate a Hitler mentre strizzano l’occhio a negazionismi e no-vax e nello stesso tempo in politica estera scimmiottano la più retrive linea di Trump.
“Mi capita spesso di ripeterlo: il nostro progetto politico, quello di Forza Italia ma anche quello del centro-destra che vorrei, si basa su quattro valori: la libertà, il cristianesimo, l’Europa, il garantismo e si caratterizza quindi con quattro aggettivi: liberale, cristiano, europeista, garantista”.
Lo scrive Silvio Berlusconi su Il Giornale nel primo di una serie di appuntamenti. “Oggi parliamo della prima di queste definizioni, ‘liberale’. Nelle prossime settimane ci soffermeremo sugli altri tre concetti, cristiano, garantista, europeista”, spiega il presidente azzurro.
“Siamo liberali perché crediamo che ogni limitazione delle libertà e dei diritti delle persone da parte dello Stato sia di per sé un male (…). È per questa ragione innanzitutto – e poi per anche un calcolo di efficienza economica – che chiediamo per esempio che il prelievo fiscale sia ridotto quanto più possibile, che le leggi, i regolamenti, la burocrazia siano alleggeriti e semplificati, che la presenza dello Stato nelle attività umane sia limitata alla definizione di poche e semplici regole generali”.
“L’Italia di oggi, pur appartenendo al sistema delle democrazie liberali dell’occidente, è ancora lontana da tutto questo. Come nel 1994, continuo a credere che una rivoluzione liberale sia necessaria e urgente. Dal 1994 ad oggi, dalla nostra discesa in campo, noi abbiamo governato per circa 10 anni su 27. Posso dire con orgoglio che nessuno dei governi da me guidato ha compiuto un atto che non fosse coerente con la nostra impostazione liberale. Ci eravamo dati una regola che abbiamo rispettato: non approvare mai nessun provvedimento se questo rischiasse in qualunque modo di limitare la libertà, civile ed economica, degli italiani. Tutto questo rimarrà un nostro merito scritto nella storia, ma la strada per la rivoluzione liberale è ancora lunga. Ma noi siamo ostinati, o semplicemente determinati. La rivoluzione liberale oggi è più necessaria che mai, e rimane il primo dei nostri obbiettivi”, conclude Berlusconi.
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