Zan sull'omotransfobia: "Salvini e Meloni ci fanno scivolare nell'Italia di Orban"
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Zan sull'omotransfobia: "Salvini e Meloni ci fanno scivolare nell'Italia di Orban"

Il parlamentare del Pd a Gorizia con Alessandra Maiorino (M5s) per il Pride transfrontaliero che arriverà anche a Nova Gorica in Slovenia

Alessandro Zan
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4 Settembre 2021 - 11.40


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Attenzione: il rischio di fare un salto indietro c’è ed è forte. Complice una destra oscurantista omofoba, nemica dei diritti civili e profondamente ipocrita con il suo moralismo d’accatto.

 Nonostante il ddl Zan sia “molto avversato, benché assolutamente ragionevole ed equilibrato”, i primi firmatari Alessandro Zan (Pd) e Alessandra Maiorino (M5S) sono fiduciosi “di portarne a casa l’approvazione: il Paese reale e’ molto più avanti della classe politica e le nuove generazioni vogliono vivere in un Paese più civile e più giusto”. 

Lo hanno detto ieri intervenendo ieri sera all’incontro sul disegno di legge in chiusura della “Pride Week” alla vigilia del Fvg Pride ‘transfrontaliero’ in programma oggi tra il capoluogo isontino e Nova Gorica (Slovenia), cui entrambi i parlamentari parteciperanno.

La senatrice Maiorino ha sottolineato che questo primo Pride transfrontaliero in Italia e a livello internazionale “simbolicamente richiama la necessità di abbattere i muri, gli stereotipi, proprio come questo nostro ddl, che al di là delle fake news diffuse da molti detrattori, in realtà è assolutamente ragionevole ed equilibrato, in quanto chiede l’estensione della già esistente legge Mancino anche ad altre fattispecie, come orientamento sessuale e identità di genere, accanto a politiche di prevenzione e diffusione della cultura del rispetto”.

Leggi anche:  Giorgia Meloni, gli studenti e la criminalizzazione del dissenso

L’onorevole Zan, ricordando che l’Italia conta “il maggior numero di omicidi di persone transgender di tutta Europa”, ha evidenziato che “bloccare il cammino di questa legge, o depotenziarla così come stanno tentando di fare Giorgia Meloni e la lega di Salvini, che da sola ha presentato 700 emendamenti, significherebbe far scivolare il Paese verso l’Ungheria di Orban, invece di portarlo nel novero degli Stati più avanzati”.

Zan ha evidenziato che il ddl “è a vantaggio di qualsiasi cittadino o persona, che possa sentirsi attaccato o discriminato per quello che è e non per quello che fa”. 

Zan ha sollecitato Matteo Renzi e Italia Viva a sostenere in Senato il ddl “di cui chiedono ora di togliere un articolo che avevamo inserito proprio per andare loro incontro”. 

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