La procuratrice del caso Morisi: "Non abbiamo reso nota noi l'inchiesta, Su Salvini..."
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La procuratrice del caso Morisi: "Non abbiamo reso nota noi l'inchiesta, Su Salvini..."

Angela Barbaglio sulle indagini sull'ex guru de 'La bestia': "La perquisizione risale a metà agosto. Che motivo avremmo avuto di far uscire adesso la notizia?”

La procuratrice Barbaglio
La procuratrice Barbaglio
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29 Settembre 2021 - 09.58


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L’idea è che con questa vicenda si vada a colpire nel cuore di qualcuno, e quindi in molti stanno facendo di tutto per insabbiarla o affossarla.

“Chi dice cose tanto assurde dovrebbe anche spiegare quale sarebbe stato il nostro interesse. Altrimenti è solo un insulto all’intelligenza delle persone”.

Lo dice la procuratrice di Verona, Angela Barbaglio, in merito alle indagini che vedono coinvolto Luca Morisi, ex guru della comunicazione della Lega.

“Ho l’assoluta certezza che nulla è stato detto da noi e posso assicurare che nulla è stato detto dai carabinieri, quindi sinceramente non capisco proprio questa uscita. Del resto per noi parlano i fatti – afferma – Trattiamo il fascicolo come gli altri, non c’è alcun interesse per gli effetti sull’elettorato”.

La procuratrice evidenzia che la perquisizione risale “a metà agosto. Che motivo avremmo avuto di far uscire adesso la notizia?”.

E in merito alle affermazioni del segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha parlato di ‘attacco gratuito a cinque giorni dal voto’, Barbaglio risponde: “Dire una cosa del genere vuol dire insultare l’intelligenza delle persone”.

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“Siamo estranei a tutto ciò che sta accadendo in queste ore. Però mi rendo conto che ormai lo sport nazionale è quello di sparare accuse contro i magistrati e le procure. E soprattutto di alimentare le polemiche. E voglio dirlo con chiarezza: è uno sport che non pratichiamo”.

E ancora: “Non abbiamo alcun interesse per gli effetti sull’elettorato e mai, ribadisco mai, abbiamo pensato a strumentalizzazioni delle inchieste – ribadisce – E poi basta analizzare le date per capire che siamo rimasti sorpresi anche noi da tutto questo clamore”.

La denuncia, ricorda, risale a metà agosto: “Per noi è un fatto antico. Abbiamo effettuato i nostri accertamenti e nulla è mai emerso. È rimasto tutto segreto fino a che non sono state rese note le dimissioni dall’incarico”, aggiunge.
“Ci tengo a difendere i colleghi che lavorano con me e tengo molto a proteggere l’operato dei carabinieri. E per questo chiarisco che nessuno si può permettere di avanzare sospetti di alcun tipo. Sono in magistratura da 44 anni, conosco le dinamiche perfettamente, ma non accetto illazioni sul nostro lavoro”, conclude.

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