Lui è uomo di cultura con un passato a destra e anche adesso, in maniera critica e argomentata, non nasconde di vedere con interesse ciò che accade a destra.
Lo storico Franco Cardini, intervistato da ‘La Repubblica’, afferma di avere molta stima per Giorgia Meloni ma risponde che “allo stato” non voterebbe per FdI. “Giorgia è bravissima, ma la sua classe dirigente e il suo staff sono, salvo eccezioni, poco affidabili. Diciamolo pure: è sprecata in quel partito”.
“E’ equilibrata, il suo linguaggio è all’altezza delle situazioni, studia i dossier, non come certi cialtroni che vanno in giro con il rosario di Lourdes. Purtroppo pesa sul suo partito un ben noto peccato originale”, afferma. “L’eredita’ neofascista? Sì – risponde – e ritengo che non sia stata né sufficientemente elaborata, né criticamente affrontata”.
Quindi, ne deduce: “Temo che non possa diventare premier.
All’indomani della sua vittoria alle politiche comparirebbe subito una svastica sulla sinagoga di Roma, l’Anpi e i centri sociali insorgerebbero, e a quel punto sarebbe costretta a fare un passo indietro. Giorgia mi ha scritto una mail per dirmi che però sottovaluto il suo partito”.
Cosa ha risposto? “Per il momento non vedo motivi che lo rendano particolarmente affidabile”.
Al giornalista che gli chiede se non sia preoccupante per un partito che vuole andare al governo esaltare il saluto romano, Cardini ribatte: “Sì, ma sono episodi avvenuti in un ambiente chiuso: sono un segno di aggregazione”, “non sono affatto morbido. Ma trovo quei gesti suscettibili di storicizzazione e in quel contesto rappresentano un riconoscimento di fratellanza.
Vorrei capire cosa significhino criticamente. Roberto Jonghi Lavarini, il Barone nero? Con quel nome da lavatrice se lui è nobile io sono il re di Spagna”, ribatte.
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