Castelli e l'anima del nord: "Nella Lega la questione settentrionale verrà fuori"
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Castelli e l'anima del nord: "Nella Lega la questione settentrionale verrà fuori"

L'ex Guardasigilli: "L'autonomia fa bene a tutta l'Italia e ancora non ho capitp, perché se una Regione fa meglio delle altre non ne possa avere beneficio''.

Roberto Castelli
Roberto Castelli
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4 Ottobre 2021 - 09.49


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Alla fine fine l’anima leghista della prima ora, quella che voleva la secessione e vedeva di cattivo occhio i meridoinali è rimasta.

‘L’anima del Nord c’è e chiediamo al grande partito nazionale di tenerla presente perché l’autonomia fa bene a tutta l’Italia e ancora non ho capito, seppure sia un principio costituzionale sacrosanto che tutti i cittadini ricevano gli stessi servizi di base, perché se una Regione fa meglio delle altre non ne possa avere beneficio”.

Lo dice alla Verità Roberto Castelli, sostenendo che la sua vuole essere soltanto una ”moral suasion. Siamo nella Lega e ci restiamo – afferma l’ex guardasigilli – il frazionismo è deleterio e fa il gioco dell’avversario. Conservo sia la tessera della Lega Nord che quella del partito per Salvini premier. L’unione fa la forza e la questione settentrionale verrà fuori nei congressi anche perché il referendum c’è stato e l’esito è stato chiaro. Ci sarà un dibattito”.

Dunque, Giorgetti e Salvini non sarebbero separati in casa secondo Castelli, visto che ”la contrapposizione sarebbe stata smentita dai due diretti interessati. Inoltre, non credo che Giorgetti abbia ambizioni da premier. Secondo me – aggiunge – non ci sarà rottura e se pure litigassero lo farebbero in privato. Le idee potranno anche essere diverse, ma ha mai visto una famiglia che non litiga? Anche in passato ci sono state feroci rivalità nella Lega e questo è inevitabile e quanto a Morisi, quello è un fatto personale”.

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Riguardo il fatto di essere stato tirato in ballo per la crisi della magistratura, secondo alcuni causata dalle sue leggi da ministro

Castelli risponde che ”con la nostra riforma dell’ordinamento giudiziario il caso Palamara non sarebbe esistito. Andammo al governo denunciando pratiche scorrette tra i giudici, per cambiarle. Peccato che con il governo Prodi, ministro Mastella, abbiano cancellato i concorsi pubblici per la progressione dei magistrati che noi avevamo introdotto. Ho cercato di correggere il malcostume, ammetto che è stato difficile farlo restando dentro l’alveo costituzionale. Le correnti sono restate forti. E il Csm è l’unico organo che ha potere di vita e di morte sui magistrati, al di fuori di qualsiasi controllo, a parte il presidente della Repubblica. Ma lo ha mai visto intervenire? Il silenzio di Mattarella su Palamara mi ha colpito”.

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