Un Vittorio Feltri al veleno ha analizzato il risultato elettorale che ha visto vincere, come sindaco a Milano, il candidato del centrosinistra Beppe Sala.
“Sala è uno di finta sinistra, ma Milano è una città un po’ fighetta, nostalgica del ’68, vota per la sinistra, soprattutto il centro storico: ma questo lo sapevamo anche prima, non c’è alcuna sorpresa”.
“Quello che ho scritto un mese fa si è verificato puntualmente. E cioè che a Milano avrebbe vinto a mani basse Sala, era scritto nel destino“, aggiunge Feltri.
Che commenta poi il dato di affluenza alle urne, mai così basso: “Non solo a Milano, anche nelle altre città è successo che la gente non va più a votare perché ha perso la passione nella politica – ha detto Feltri – La politica è mal vista da quando sono morte le ideologie, non c’è più un sentimento a livello ‘cardiaco’ nella gente. Quando c’era la ex Dc, c’era la battaglia, vinceva sempre ma di poco, il Partito Comunista era forte e minacciava sempre il sorpasso. La gente partecipava in modo passionale, tifava. Ora i partiti hanno perso grinta, hanno perso la capacità di sedurre gli elettori. A Milano pioveva, figurati se andavano a votare“.
“Giorgia Meloni a Milano ha triplicato i suoi voti, quindi non può certamente lamentarsi” aggiunge. Certo che per vincere le elezioni a Milano bisognava avere una coalizione forte, che non c’è“.
“Mi aspettavo che Salvini perdesse notevoli quote di “elettori – ha aggiunto poi Feltri – perché ha governato prima coi 5 Stelle, poi è uscito dal governo senza spiegare i motivi, poi è rientrato sempre coi 5 Stelle e con gli avversari storici, cioè il Pd, senza spiegare nulla e la gente non ci ha più capito niente. Questo è il motivo per cui la Lega è passata dal 34% a delle cifre molto più dimensionate, ma dov’è la sorpresa? Era ovvio”.