Il ministro Orlando: "La scelta di Salvini mette a rischio il Pnrr"
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Il ministro Orlando: "La scelta di Salvini mette a rischio il Pnrr"

Il ministro del Lavoro: "Ha alzato i toni con Draghi e questo è un problema. Tutte le forze politiche avevano soprasseduto dai loro obiettivi su un tema delicato come il fisco"

Il ministro Orlando
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6 Ottobre 2021 - 10.39


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Chi poteva essere l’unico in grado a poter alzare la conflittualità all’interno della maggioranza e di quale partito è segretario?

La risposta, visti i precedenti, è scontata.

La posizione di Matteo Salvini sull’ultimo atto di governo “mette a rischio i fondi del Pnrr:

quella del fisco è una riforma fondamentale, sulla base della quale va avanti il percorso del Pnrr”. Lo dice il ministro del Lavoro Andrea Orlando.

La scelta del leader della Lega “ha alzato i toni con Draghi e questo è un problema. Tutte le forze politiche avevano soprasseduto dai loro obiettivi su un tema delicato come il fisco e si era convenuto di trovare un minimo comun denominatore sul documento votato in parlamento, che il testo della delega rispecchia fedelmente. Un fatto grave che non possiamo far passare sotto silenzio”.

Per Orlando “è pesante che si dica che sia stato disatteso un accordo politico di maggioranza. Abbiamo tutti riscontrato corrispondenza tra l’impianto della delega e quel documento votato dalle Camere. Parlare di accordi disattesi, di volersi riservare un giudizio, diventa una contestazione di merito. La posizione di Salvini è più difficile da comprendere ogni giorno. E alla lunga diventa un problema per tutti e per il paese”.

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Il voto alle Amministrative “premia chi ha sostenuto con più lealtà l’azione di governo e punisce chi standoci dentro ha avuto una posizione ambigua”.

Orlando non vede “un indebolimento del governo. La condotta della Lega è dovuta ad uno scontro interno”.

Il Pd dopo le Comunali punta a “mettere al centro la coesione sociale, sostenere i processi di transizione ecologica, rafforzare i meccanismi di inclusione e le garanzie per le fasce più deboli e metterci alla testa di un percorso di sviluppo del paese. Questo voto “può aumentare l’attenzione ai temi del lavoro e dell’inclusione”.

Il Partito Democratico esclude però le elezioni anticipate: “Sbaglieremmo a vedere in questo voto un processo compiuto e non un’apertura di credito da interpretare bene”. 

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