Descritto come il peggior risultato di sempre, per chi come lei si è ricacandidata a sindaco di Roma; sconfitta in Campidoglio e arrivata quarta al primo turno delle amministrative: Virginia Raggi proverà a giocare la sua partita all’interno del Movimento 5 stelle, di cui resta una delle figure più in vista.
Anche in virtù del nel suo nuovo incarico nel Comitato di Garanzia assieme a Luigi Di Maio e Roberto Fico.
La Raggi punterebbe a riaffermare il suo profilo di livello nazionale tra i 5 stelle e non solo di consigliera comunale di opposizione. Non starebbe pensando, raccontano fonti a lei vicine, ad un ruolo in contrapposizione con il leader Giuseppe Conte ma a portare avanti anche una linea meno schiacciata sull’intesa M5s-Pd e maggiormente attenta alle energie e le idee provenienti della società.
Ovvero lo schema che la sindaca uscente ha utilizzato alle elezioni capitoline, con il M5s all’11% a Roma e le 5 liste civiche a suo nome che sommate hanno raggiunto il 7%.
È in programma nella giornata di martedì una riunione nella nuova sede del Movimento tra la sindaca ed alcuni parlamentari romani ed eletti nelle istituzioni locali. Secondo alcuni l’avvio di una ‘corrente’ interna. Secondo altre fonti solo una discussione a viso aperto sull’analisi del risultato elettorale in vista del ballottaggio.
La sindaca uscente non avrebbe gradito, ad esempio, l’assenza di nomi di peso del Movimento al suo comitato elettorale nel giorno della sconfitta. Non sarebbero però molti – ad oggi – i parlamentari pronti a schierarsi in una sua eventuale cordata. Ad oggi la Raggi ha ribadito che non darà indicazioni di voto tra Enrico Michetti e Roberto Gualtieri.
Non ha specificato nemmeno se lei stessa si recherà a votare. “Non darò indicazioni di voto per il ballottaggio. Mi sento di ribadire la correttezza di questa posizione, che non tende ad influenzare nessuno”, ha spiegato la sindaca uscente. “Io non ho pacchetti di voti – aggiunge – chi tenta di influenzare le persone secondo me lo fa su un dato che non esiste. Le persone devono essere libere di scegliere sempre e comunque”.
Poi specifica, rispetto all’intesa M5s-Pd: “A livello nazionale mi sembra ci sia. Io mi siederò all’opposizione, senza sconti, collaborando invece dove ci sono possibilità di aperture”. Nei giorni scorsi, invece, Conte ha parlato di Gualtieri, titolare del Mef nel suo secondo governo, come “persona di valore”, e di impossibilità di accordo con la destra.
Intanto mercoledì nel primo pomeriggio i componenti delle 5 liste civiche che hanno sostenuto la candidatura della Raggi si riuniranno, coordinati da Andrea Venuto, per una analisi del voto e l’organizzazione della linea di opposizione da tenere in Assemblea Capitolina e nei Municipi. Anche in questo caso non dovrebbero emergere indicazioni di voto.
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