Torino verso il ballottaggio con l'incognita M5s e astensione
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Torino verso il ballottaggio con l'incognita M5s e astensione

Nella prima tornata Lo Russo ha registrato un vantaggio con il 43,86%, staccando Damilano, che ha raccolto il 38,9% delle preferenze, di quasi 5 punti. Ma la partita è aperta

Lo Russo e Damilano
Lo Russo e Damilano
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16 Ottobre 2021 - 11.16


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Le grandi città che non hanno ancora un sindaco andranno al ballottaggio di domenica e lunedì.
Domani e lunedì i torinesi sono chiamati alle urne per il ballottaggio che eleggerà il nuovo sindaco di Torino. Il primo giorno i seggi sono aperti dalle 7 alle 23, mentre lunedì si può votare fino alle 15.
Dopo cinque anni di mandato di Chiara Appendino del Movimento 5 stelle, a sfidarsi per la carica di Primo cittadino sono Stefano Lo Russo del Pd, il candidato che guida la coalizione del centrosinistra e Paolo Damilano, il civico sceso in campo per il centrodestra. Un voto importante, anche per i riflessi politici nazionali, che ha richiamato sotto la Mole i leader dei vari partiti, Giorgia Meloni prima, poi Matteo Salvini ed Enrico Letta nell`ultimo giorno di campagna elettorale.
Nella prima tornata Lo Russo ha registrato un vantaggio con il 43,86%, staccando Damilano, che ha raccolto il 38,9% delle preferenze, di quasi 5 punti. Una partita però considerata ancora aperta, soprattutto ricordando che nel 2016, Piero Fassino sopravanzava Appendino di 11 punti, ma al ballottaggio finì per perdere 45 a 54 al secondo turno.
Uno scarto minimo tra i due da giocarsi su una platea elettorale di astenuti al primo turno: il 52% dell`elettorato, una cifra record per Torino.
Giri tra i banchi dei mercati, passeggiate per strade, traversate sui mezzi pubblici, panchine di ascolto nelle piazze, manifesti e volantinaggio spinto: entrambi i canditati hanno battuto in lungo e in largo il territorio cercando ci convincere gli astenuti. Damilano esortando al voto le periferie punta su sicurezza e sgomberi, così si è recato ai confini di Torino, in un campo rom abusivo dietro la ferrovia Stura, con l`impegno di far rispettare la legge regionale esistente ma che non è stata finora applicata dalla città: il sequestro amministrativo dei mezzi dei nomadi in sosta fuori dalle aree consentite. Lo Russo invece si presenta davanti ai cancelli Iveco al cambio turno, tentando di riallacciare i rapporti con il mondo operaio, un tempo affine alla sinistra ma che al primo turno ha dimostrato distacco e indifferenza tanto da astenersi in massa (il 66% non si è recato alle urne secondo un`analisi dei flussi elettorali della Swg).
E poi numerosi confronti tv, nel rush finale della campagna i due contendenti alla poltrona in Sala rossa hanno un po’ abbandonato il fair play e hanno cominciato a darsi qualche `spallata` politica.
E se il professore del centrosinistra accusa Damilano di essere il civico dietro il quale c`è la destra sovranista, l`imprenditore rispedisce al mittente le provocazioni etichettando Lo Russo come l`uomo dell`apparato che ha portato al dissesto economico Torino.
Lo Russo lo taccia di incoerenza e tira fuori un vecchio post in cui si complimenta con Fassino, allora sindaco del Pd, ma Damilano ribatte con il dubbio sulla sua capacità di amministrare Torino e di portare benessere, visti i fallimenti del passato.
Oltre l`impegno di smuovere gli astenuti al voto, entrambi i candidati gettano uno sguardo alla platea dei Cinquestelle. Si attenuano le contestazioni all`amministrazione pentastellata che li porta a ribadire che la città non farà passi indietro nei diritti civili.
Il M5s si è impegnato a non dare indicazioni di voto per il ballottaggio, ma al silenzio della sindaca uscente Chiara Appendino e dell`ex candidata del Movimento Valentina Sganga, si è contrapposto il rumore `social` dei loro rispettivi compagni.
Che si dividono quasi a rivelare le lacerazioni interne al Movimento, con l`entourage della sindaca per Damilano e quello intorno alla Sganga per Lo Russo. Marco Lavatelli, marito di Appendino, esce allo scoperto: “Al ballottaggio voterò Paolo Damilano.
È una candidatura innovativa, indipendente e civica”. Al contrario, il compagno di Sganga Fabio Versaci: “Voterò Lo Russo. Non possiamo accontentarci di dare uno schiaffo morale al centrosinistra, lasciando la città nelle mani della peggiore destra si sempre”.

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