Il dibattito che si è aperto sulle pensioni sta vedendo il Partito Democratico e la Lega scontrarsi.
“Contrariamente a quanto sostenuto da alcuni media, la Lega non è “verso il sì” alle nuove misure sulle pensioni. Stiamo ancora lavorando alla riforma, con buonsenso e determinazione. L’obiettivo è non tornare alla Fornero”.
A dirlo è Claudio Durigon, responsabile del dipartimento Lavoro della Lega commentando il dibattito che si è aperto sulle pensioni.
E’ alta, infatti, la tensione nella maggioranza su questo tema e il cantiere della manovra sembra destinato a restare aperto fino a giovedì, quando potrebbe essere convocato il Consiglio dei ministri per l’approvazione della legge di bilancio.
Le prossime ore serviranno a trovare, con la maggioranza e con le parti sociali, una difficile intesa sui tanti nodi ancora da sciogliere, a partire dal meccanismo per superare Quota 100. Il governo ha fissato i suoi paletti con il Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato a Bruxelles: per ciascun capitolo della manovra sono state definite le grandi cifre e – il messaggio è chiaro – non si intende stravolgere quell’impianto.
Ma la tensione in maggioranza si alza su come usare i fondi. Anche perché Enrico Letta dice no al sistema delle Quote che è invece fortemente voluto dalla Lega e chiede di intervenire con un meccanismo flessibile, in particolare per lavori gravosi e donne. “Il problema di fondo – ha detto Letta a Che tempo che fa – è che è sbagliato il metodo della Quota. Quota 100 è stato un errore: chi ne ha usufruito ha avuto un vantaggio ed è contento ma per l’80% sono uomini, è uno strumento diseguale che discrimina le donne. Secondo me più che il tema della Quota, le due cose da fare sono flessibilità a seconda dei lavori gravosi e poi dare un messaggio importante alle donne con Opzione donna”. “Combatteremo perché in legge di bilancio il punto essenziale siano le donne e i giovani”.
L’esecutivo ha respinto la proposta di Matteo Salvini di applicare Quota 102 per due anni, perché creerebbe uno scalone. Si starebbe lavorando su un meccanismo con età fissa di uscita a 64 anni fino al 2024 e contributi crescenti. L’idea potrebbe essere più gradita ai Dem ma non convincerebbe ancora i leghisti, che però dicono di voler trattare e lanciano le loro contro-proposte. Un tavolo con i sindacati, che hanno già bocciato la proposta del governo sulle pensioni, e una riunione della cabina di regia dovrebbero precedere l’approdo della manovra in Cdm. Ad ora non risultano convocazioni, ma appare difficile che il Consiglio dei ministri si svolga martedì (in mattinata il premier Mario Draghi è atteso a Bari) e anche la data di mercoledì sembra difficilmente praticabile, per gli impegni nell’agenda del ministro dell’Economia Daniele Franco. Dunque giovedì è la data più plausibile, anche perché da venerdì il premier è impegnato nel G20. Matteo Salvini, che con Silvio Berlusconi riunirà i ministri di Lega e Fi sulla manovra, si dice pronto a incontrare Draghi per affrontare i temi aperti. E un colloquio, secondo fonti parlamentari, potrebbe esserci anche con il leader M5s Giuseppe Conte, che preme per la proroga (ad oggi non prevista) del ‘suo’ cashback.
Lega e Pd si scontrano sulle pensioni: si va verso la manovra giovedì
L'esecutivo ha respinto la proposta di Matteo Salvini di applicare Quota 102 per due anni, perché creerebbe uno scalone. Enrico Letta, invece ha sollevato un muro sulle Quote
globalist Modifica articolo
25 Ottobre 2021 - 11.01
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