Le parole di Matteo Salvini a difesa di Jair Bolsonaro sono inequivocabili: il leader della Lega vuole l’amicizia del leader brasiliano e si scusa per l’accoglienza che è stata riservata al Presidente (lo fa ‘a nome del popolo italiano’, pur non avendo nessuna carica per poterlo fare).
Ma stiamo parlando di un uomo su cui, in questo momento, pende un’accusa gravissima formulata dal Senato del suo stesso paese, quella di ‘crimini contro l’umanità’ per il modo folle in cui è stata gestita la pandemia da Covid-19, di cui Bolsonaro ha negato (e continua a negare) la gravità.
Ma queste non sono le uniche nefandezze di cui è accusato Bolsonaro: il nome del presidente brasiliano compare molto spesso nelle inchieste che riguardano la morte dell’attivista brasiliana Marielle Franco, uccisa nel marzo del 2018.
Nell’ottobre 2019 la stampa brasiliana ha diffuso un selfie con Josinaldo Freitas, un istruttore di arti marziali conosciuto come “Djaca”, accusato di essersi disfatto dell’arma che ha ucciso Marielle Franco.
Non solo: uno dei candidati eletti con Bolsonaro, Rodrigo Amorim, pubblicò una foto su Facebook subito dopo aver distrutto la targa in memoria di Marielle Franco.
Insomma, questo è l’uomo cui Salvini ha offerto le sue scuse a nome di tutti gli italiani. Se proprio non poteva fare a meno di incensarlo, avrebbe potuto farlo solo a nome suo.
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