Fa il tifo perché a lui la Lega fa gioco nell’ipotesi di un ‘governissimo’ che veda unito un fronte cosiddetto liberal-democratico.
La Lega deve muoversi tra i popolari europei e non i sovranisti, secondo il leader di Azione Carlo Calenda. “Ci sono due Leghe – è la sua analisi in un colloquio con Il Messaggero -. Una di governo. Un’altra immatura e confusionaria, destinata a non contribuire in modo serio al governo del Paese”.
Per Calenda è un fatto “molto importante” che il ministro leghista Giancarlo Giorgetti dica alla Lega “di diventare un normale partito del centrodestra europeo, aderendo al Ppe e lasciando perdere ungheresi e polacchi”.
Nessuno sconto al leader del Carroccio.
“Ogni giorno Salvini prende una posizione diversa e chiede a Draghi un incontro inutile. Poi esce da questi incontri contraddicendo la posizione precedente”, è la lettura di Calenda.
Azione, spiega, lavora a “un’alleanza tra persone serie, che riunisca popolari, liberali, socialdemocratici”, all’insegna del “riformismo” e “pragmatismo”, dichiara il suo leader. Nel centrodestra, “Berlusconi potrebbe chiudere la sua carriera politica levandosi dal giogo di Salvini e Meloni”, prosegue Calenda nella sua analisi. In questo modo anche Forza Italia – spiega – potrebbe contribuire “a riportare Draghi al governo di una larga coalizione dopo il 2023”.
Perché nonostante l’attuale premier lo vogliano in molti al Quirinale, per Calenda “sarebbe un errore”. Il rischio sarebbe quello di tornare alla situazione di prima, “quella dell’urlo”.
In quel caso “non saremmo capaci di spendere neppure un euro dei fondo del Pnrr”.
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