Il lamento di Renzi: "Su Open sono processato sui giornali, non è libertà informazione"
Top

Il lamento di Renzi: "Su Open sono processato sui giornali, non è libertà informazione"

Il leader di Italia Viva: "Si tratta di una reiterata violazione di ogni forma di privacy, di guarentigie costituzionali, di rispetto della libertà personale e dell'iniziativa economica"

Matteo Renzi
Matteo Renzi
Preroll

globalist Modifica articolo

5 Novembre 2021 - 21.14


ATF

Vexata quaestio. “In questi giorni, prosegue a puntate come una telenovela la pubblicazione delle carte dell`accusa su Open. Dal 2019, questo processo si fa sui giornali senza contradditorio”. Lo afferma il leader di Iv Matteo Renzi nella enews.

“Chiamano libertà di informazione quella che, in realtà, è una reiterata violazione di ogni forma di privacy, di guarentigie costituzionali, di rispetto della libertà personale e dell`iniziativa economica. Io ci sono abituato, ho le spalle larghe, so che cosa ho fatto e che cosa NON ho fatto”, prosegue.

“Funziona così. Prima la Procura di Firenze impiega centinaia di finanzieri e centinaia di migliaia di euro (vostri) per sequestrare e acquisire carte, talvolta in modo illegittimo anche secondo la Cassazione. Queste carte finiscono in un faldone di 92.000 pagine che viene sapientemente veicolato da alcuni quotidiani. Su 92mila pagine di captazioni volete non trovare una scortesia o parolaccia? Per esempio, dico che devo tornare di corsa per votare contro la fiducia al primo governo Conte, definendolo ‘un governo di m….’. Chiaramente uso un linguaggio colloquiale ed estremizzo perché sto mandando un sms rapidamente ad un amico. Penso a tutti capiti di usare un linguaggio più colorito in privato con gli amici. Sicuramente sono stato maleducato e mi spiace, ma che non mi piacesse quel governo e che pensassi ogni male di un governo populista e sovranista penso non sia una sorpresa per nessuno”, sottolinea Renzi.

Leggi anche:  Renzi polemico: "Con la linea Schlein si vince, in Liguria con la linea Travaglio si perde"

“Sono le stesse notizie da anni, gli sms anche privati di parlamentari in carica, le fatture professionali sulle quali ci sarebbe un segreto bancario che vale per tutti tranne che per me, la corrispondenza coperta da divieto costituzionale di acquisizione, che viene allegramente rimbalzata di redazione in redazione. Se un indagato vuole ottenere i documenti deve pagare (io ho speso 4.100 euro solo per avere il diritto di sapere di che cosa mi accusano. 4.100 euro. E va bene, posso permettermelo.

Ma chi non ha soldi come si difende?). Tutto questo in attesa di un processo che inizierà – come gli altri due che mi riguardano – nel 2022 dentro le aule di giustizia ma che, nel frattempo, è già stato celebrato nel tempio del giustizialismo: lo spazio media e social”, conclude.

Native

Articoli correlati