Polemiche in un partito che è attualmente molto compatto dietro Salvini, che ha una linea politica improvvisata, dice tutto e il suo contrario ma porta voci perché sa parlare alla pancia reazionaria e xenofoba del paese.
Se non è stato convocato Umberto Bossi, “allora non era un Consiglio federale, almeno per quanto conosco io lo statuto della Lega”.
Così Francesco Speroni, ex ministro delle Riforme del primo governo Berlusconi e figura storica del Carroccio è entrato nelle polemiche sull’assenza del fondatore del partito alla riunione di ieri sera, a cui era prevista la partecipazione del segretario Matteo Salvini, dei tre vicesegretari, dei governatori, dei capigruppo di Camera e Senato, e dei commissari regionali.
“Bossi è membro di diritto del Consiglio federale, se non si è videocollegato bisognerebbe chiedergli perché. Non c’è bisogno di invitarlo, è un membro di diritto. Io ho fatto parte del Consiglio federale, mi arrivava la convocazione e ci andavo” ha detto Speroni, ospite di Tagada’, su La7″.
Se non è arrivata la convocazione “ci sarà stato un disguido – ha sorriso -. Di solito arrivavano per email, ora forse con whatsapp o altri sistemi, non penso che abbiano detto ‘mandali a tutti tranne che al presidente della Lega’. Non dimentichiamo che Bossi è il presidente della Lega”.
Chi è vicino a Bossi, sul quotidiano Domani ha definito la scelta di non invitarlo “un brutto gesto, anche se lui che è un signore non vuole entrare nel merito per non seminare zizzania”.
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