L'ira di Renzi: "Illazioni squallide su di me, Conte è dominato dal rancore"
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L'ira di Renzi: "Illazioni squallide su di me, Conte è dominato dal rancore"

Renzi replica alle accuse dell'ex premier, intervistato da Lilli Gruber, su Autostrade/Benetton: "Falsità, ha paura di confrontarsi in tv"

Matteo Renzi e Giuseppe Conte
Matteo Renzi e Giuseppe Conte
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9 Novembre 2021 - 08.15


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L’intervista di Conte rilasciata a Lilli Gruber non è andata giù ad un altro ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
“L’ex premier Giuseppe Conte attacca con violenza me e Italia Viva sulla revoca delle Autostrade. Egli sostiene che per la mia attività di speaker con alcuni fondi di investimento – tra cui 21 Invest – non avrei giudicato in serenità l’operato del Governo. L’illazione è squallida e dimostra come ormai Conte sia un uomo dominato dal rancore”. A scriverlo è Matteo Renzi in un post.
“Renzi? Mi colpisce molto che un senatore prenda soldi da enti pubblici di uno stato estero, ma lo risolveremo con una legge sul conflitto di interesse. Mi ha colpito poi che un pagamento arrivi da parte di uno dei Benetton proprio mentre noi ci battevamo contro la concessione di autostrade. Mi chiedo con che stato d’animo Italia Viva possa aver approcciato alla cosa”, ha detto ieri sera il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, ospite a Otto e mezzo su La7.
“Le sue frasi sono false come sarebbe facile dimostrare se solo accettasse un confronto TV cosa che ha paura di fare – continua Renzi commentando le parole di Conte – dice che non si confronta con me perché io non ho consenso e poi mi attacca senza contraddittorio: se solo non fosse ridicolo, farebbe tenerezza.
Voglio che resti agli atti la verità. La revoca delle concessioni autostradali è figlia di una cultura populista e demagogica che ha portato il contribuente italiano a regalare circa 8 miliardi alla società dei Benetton. I Benetton NON hanno pagato: hanno incassato, grazie a Conte e al suo populismo”.
“Italia Viva si è schierata contro – praticamente da sola – e sono grato a Teresa Bellanova e Elena Bonetti per aver avuto il coraggio di smarcarsi dal voto in Consiglio dei Ministri.
Ci siamo schierati contro perché Conte stava facendo un regalo al concessionario mascherato con il populismo di chi non pensa alla realtà ma solo ai like sui social. Questa è la verità. E sono pronto a dimostrarla, numeri alla mano, in qualsiasi dibattito pubblico Conte accetti di fare da qui alle elezioni. Su di me e sull’indagine Open, l’avvocato grillino ha detto falsità. Non so se per ignoranza giuridica o per malafede politica. O per entrambe.
Quando ho visto il video di Conte, nervoso, agitato, visibilmente provato dalla rabbia per aver dovuto lasciare palazzo Chigi ho ripensato a un anno fa. Un anno fa quello stesso uomo che ieri rosicava in diretta TV su La7, era sorridente a Palazzo Chigi a ordinare banchi a rotelle, tra mascherine al 5% e ventilatori cinesi mal funzionanti.
Entrava nelle case la sera per parlarci dei nostri affetti stabili e di cosa avevano deciso con Arcuri. Potremo dire ai nostri nipoti che in uno dei momenti più difficili della storia repubblicana un gruppo di parlamentari ha avuto il coraggio di sfidare l’opinione comune, mandando a casa un premier non all’altezza come Conte e creando le condizioni per l’arrivo di Draghi”.
“Da allora non ci sono più le Azzolina, i Bonafede, i Casalino, l’ABC del populismo. Ma c’è il Governo Draghi e l’Italia ha recuperato prestigio – conclude Renzi – Conte può insultarmi, può mentire, può fare illazioni. Ma non può cambiare la storia: noi lo abbiamo mandato a casa perché non era capace. E di questa scelta sono e sarò sempre orgoglioso”.

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