Il guaio (o dal loro punto di vista la forza) di Italia Viva è che pendono dalle labbra del capo e uno degli aderenti al partito che abbia osato fare una mezza critica al ‘capo’ ancora non si è visto.
Perfino su una vicenda al di là del bene e del male come gli elogi ad un tiranno come Bin Salman hanno smosso di un millimetro i peones.
Scalfarotto si era affacciato alla politica all’epoca delle primarie in cui Prodi vinceva a mani basse. E le sue posizioni erano molto interessanti.
Oggi è molto diverso: Scalfarotto sembra stare a Renzi come Emilio Fede di un tempo a Berlusconi.
“La presunta irrilevanza di Italia viva è stata smentita”. Bastano poche parole a Ivan Scalfarotto per tracciare un bilancio della Leopolda che si è appena chiusa: “Un bilancio eccellente, perché una manifestazione come la Leopolda non ha pari per atmosfera, numero di persone. Chi si aspettava, in un momento in cui Renzi è sotto attacco, che ci fosse meno gente ha visto una grande partecipazione, entusiastica”, spiega all’Adnkronos il sottosegretario all’Interno di Italia viva.
Scalfarotto sottolinea: “Si è vista una comunità di persone coesa e motivata, che crede in un progetto politico in un modo anche commovente. C’è una adesione che va al di là di un partito, una partecipazione anche personale”.
E’ questo il dato più rilevante emerso da questa edizione? “Questo è un tema -risponde ancora Scalfarotto-. La seconda cosa, importante, è stata aver spiegato che Italia viva si è messa in un sentiero di autonomia. Il messaggio forte è quello che noi non abbiamo niente a che fare con populisti e sovranisti. Se il Pd va verso una alleanza strategica con i 5 stelle, tanto da farli entrare nei Socialisti Democratici, noi lavoriamo per una linea politica alternativa: mai con i i sovranisti ma anche mai con i populisti”