Il Ministro della Salute Roberto Speranza, in un’intervista a La Stampa, ha sottolineato come questa sia “la prima volta che c’è un coordinamento del genere a livello di Unione europea stiamo imparando che se chiude un solo Paese, non serve a nulla. L’Italia è stata la prima a fermare i voli dal Sudafrica di fronte alla minaccia di Omicron, ma Stella Kyriakides, la commissaria europea per la Sicurezza alimentare e la Salute pubblica, ha invitato tutti a fare lo stesso con l’appoggio della presidente von der Leyen”.
Per Speranza è ormai irrinunciabile l’azione comune – a livello europeo, prima, mondiale, subito dopo – nella lotta a un virus che muta in continuazione. È per questo motivo che oggi alle 13. 30 i ministri della Salute dei Paesi del G7, quindi Italia, Francia, Germania, Canada, Giappone, Stati Uniti e Regno Unito, si riuniranno per esaminare tutti gli aspetti della variante Omicron.
”Quello che stiamo facendo – continua il ministro – è comprare tempo. L’effetto è quello di rallentare la variante in modo che i nostri scienziati possano studiarla. Dobbiamo scoprire se Omicron è davvero più veloce e se finirà per sopravanzare la Delta e bisogna capire se Omicron indebolisce la protezione data dai vaccini. La nostra opinione, finora, è che i vaccini dovrebbero comunque reggere, ma per avere certezze occorre ancora un po’ di tempo. Ci scambieremo tutte le informazioni che abbiamo su Omicron, ma anche il tema di Co-vax – il programma di aiuti grazie al quale bisognerebbe riuscire a portare i vaccini ai Paesi poveri – va posto con forza. Un’altra lezione imparata, con questa variante, è che bisogna accelerare nell’aiutare chi è indietro. Abbiamo spinto molto durante il G20 con l’obiettivo del 40% di vaccinati nel mondo entro il 2021 e del 70% entro i primi sei mesi del 2022. L’Italia ha promesso di donare 45 milioni di dosi, siamo al lavoro e ci riusciremo, così come spero riescano a fare gli altri Paesi”.
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