Bettini: "I rischi di un presidente votato da tutti? Una figura scolorita e debole e allora..."
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Bettini: "I rischi di un presidente votato da tutti? Una figura scolorita e debole e allora..."

L'esponente del Pd sul successore di Mattarella non esclude una figura eletta con una maggioranza diversa da quella dell'attuale governo

Bettini: "I rischi di un presidente votato da tutti? Una figura scolorita e debole e allora..."
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27 Dicembre 2021 - 16.31


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Berlusconi? O un presidente che abbia i voti di tutto. O ancora una maggioranza variabile, ossia diversa rispetto a quella che attualmente sostiene draghi?

 “Il percorso per l’elezione del Presidente della Repubblica appare ancora incerto e la discussione sui nomi si è aperta troppo in anticipo. Si capisce, innanzitutto, che in campo c’è Berlusconi. Non entro nel merito di questa candidatura che naturalmente la sinistra non può accettare e, anzi, combatterà. Ma la cosa certa è che quella di Berlusconi è una candidatura politica” ma “per una serie di ragioni che qui non elenco, credo difficile che vada a buon fine tale tentativo”.

Così Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, in un editoriale pubblicato dal Foglio si esprime circa le prospettive dell’elezione del Presidente della Repubblica.

“A quel punto – prosegue Bettini – si aprirebbe uno spazio politico per una iniziativa dei partiti. La figura in campo più forte e naturale resterebbe quella di Mario Draghi. Ma il tema è se tale figura emergerà come la continuità della fase emergenziale, che lo stesso Draghi ritiene conclusa, con un sovraccarico di compiti e di aspettative che anche nei prossimi anni oggettivamente toglierebbero sovranità al conflitto politico, oppure se essa rappresenterà una fase nuova e un supporto e stimolo per una inedita democrazia dei partiti”.

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Ciò detto, “l’altra via possibile sarebbe uno scatto di volontà dei più importanti leader politici italiani per indicare una soluzione diversa da quella di Draghi, in grado di ottenere la maggioranza in parlamento- rileva il dirigente Dem- Se si dovesse arrivare a questo punto, mi pare essere la scelta meno indicata la ricerca di una figura dai contorni incerti, scolorita, nella speranza che si riveli sostanzialmente debole e ininfluente sul sistema politico e proprio per questo votabile da tutti”.

“Che significa una soluzione di garanzia?

Garanzia rispetto a cosa? Certamente- prosegue ancora Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd- di garanzia perché strettamente legata alle prerogative che la costituzione italiana concede al Presidente della Repubblica. Ma oltre questa premessa generale e indispensabile, l’attuale democrazia italiana necessita di un’altra garanzia. Sostanziale e impegnativa: tornare ad una rappresentanza estesa dei cittadini, delle loro speranze e delle loro difficoltà, con un’articolazione delle forze politiche che competono nel quadro di una reciproca legittimazione. Che dal caos, insomma, sorga un nuovo ordine, dentro il quale riprendano coerenza le parole, i programmi, i principi e i valori del confronto democratico, ed anche del conflitto sociale”.

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Tale garanzia “ha bisogno di un presidente che sia legato alla sua funzione costituzionale, ma che abbia spiccata esperienza e lungimiranza politica e intimo rispetto del sistema dei partiti.

I quali, per altro, esistono e agiscono in tutti i paesi liberi dell’Europa. In questo senso, ha ragione Renzi- dice Bettini- la maggioranza per un presidente non deve per forza coincidere con la maggioranza dell’attuale governo. Parliamo di due livelli diversi. Uno legato all’emergenza, l’altro alla forma futura della Repubblica”.

Naturalmente, dice Bettini, “l’esito di questo percorso è legato alla generosità, alla velocità e alla reattività dei leader in campo” e “l’iniziativa in questa direzione dovrebbero caricarsela sulle spalle i leader dei maggiori partiti; soprattutto quelli che più hanno sofferto e soffrono nella situazione compressa dall’emergenza” con “un disinteressato colpo d’ala potrebbe sembrare avventuroso agli elettorati di ciascuno, tranne non si trasformi per chi lo realizza nella conquista di una centralità politica in grado di assicurargli una nuova legittimità e una nuova funzione nella futura contesa per il governo nazionale” 

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