di Antonello Sette
“Viva Governo dei confusi. Il decreto Covid? Un guazzabuglio clandestino”
Onorevole Vito, ma lei ce l’ha proprio con tutti. Ora le sue ormai celebri catilinarie su Twitter hanno preso di mira anche il suo collega di partito Renato Brunetta…
Niente di personale, per carità, precisa a SprayNews l’ex capogruppo di Forza Italia, ma questa sua rigidità sullo smart working proprio non la capisco.
Con i numeri che avanzano, ieri abbiamo superato i centoventimila contagiati, il suo irrigidimento sullo smart working nella pubblica amministrazione credo sa un grande errore. Ci vorrebbe da parte sua una maggiore flessibilità.
Passiamo a un altro capitolo del suo cahier de doléance. Dopo che la legge di bilancio è stata approvata, come lei ha denunciato, più che con un voto di fiducia, con un atto di sottomissione del Parlamento al principe Mario Draghi, sulle scelte per contrastare la pandemia non ci si capisce più niente, al punto che il virologo Andrea Crisanti, in un’intervista al Fatto Quotidiano, ha parlato di un Governo apprendista stregone e di decisioni contro la scienza…
Mi dispiace dirlo perché noi pensavamo che era giusto sostenerlo, ma il Governo dei migliori sta facendo peggio degli altri. I provvedimenti sono stati approvati di notte e Il Presidente Draghi non ci ha messo neppure la faccia. Non è andato in televisione, come avrebbe dovuto, a dire agli italiani che cosa è stato approvato. Con il risultato che sono norme che nessuno conosce. E’ una gestione che, soprattutto in questa fase, sta creando solo confusione. Questo Governo era stato insediato proprio per affrontare l’emergenza pandemica, non certo con l’attuale gestione approssimativa, soprattutto nella comunicazione nei confronti dei cittadini, che andrebbero rassicurati, sostenuti e messi di fronte a dei provvedimenti chiari e non così confusi.
Confusi lei lo utilizza come eufemismo?
Confusi e clandestini, perché ancora non ci è dato di conoscerli. Se legge le sintesi, che girano, secondo una ci vuole il tampone dopo dieci giorni, secondo un’altra dopo cinque, per non parlare dei criteri che dovrebbe stabilire se uno ha i sintomi oppure no. Poi non ci si può certo lamentare se i cittadini si preoccupano.
Sui social, a questo proposito, dilagano le barzellette…
E sì, rischia proprio di diventare una barzelletta.