Le parole del dirigente di lungo corso del Pci. Poi Pds e Ds stanno facendo discutere. Soprattutto perché l’esponente del Pd che con Bersani e altri diede il via alla scissione che ha portato alla nascita di Mdp-Articolo 1 adesso ritiene che quel percorso possa ritenersi concluso e che ci siano le premesse per un rientro nel partito, visto che c’è Letta e non c’è più Matteo Renzi.
Ha detto tra le altro cose D’Alema parlando online in una chat di Articolo 1: “L’idea che il premier si auto elegge capo dello Stato e nomina un altro funzionario del ministero del Tesoro al suo posto mi sembra una prospettiva non adeguata per un grande Paese democratico come l’Italia, con rispetto per le persone”.
Poi l’attacco a Matteo Renzi, che all’epoca della scissione bersanian-dalemiana era segretario del Pd, andato via a sua volta per creare Italia Viva. D’Alema ha definito la gestione renziana del Pd, una “deriva disastrosa, una malattia che fortunatamente è guarita da sola, ma c’era. Pochi oggi potrebbero negare la fondatezza del giudizio sul rischio che quel partito cambiasse completamente natura nell’epoca renziana”.
Tanto è bastato per scatenare la polemica. Non solo Renzi, ma soprattutto gli ex renziani di Base Riformista che sono rimasti nel Pd ma condividono tutto o quasi delle contestate politiche dell’ex rottamatore che alle ultime elezioni hanno condotto il Pd al minimo storico.
Argomenti: matteo renzi