Dal toto-Quirinale stanno spuntando, da ormai mesi, molti nomi diversi: tuttavia quello di Berlusconi è forse il nome che si è sentito di più. Per il leader di Italia Viva, però, non sarebbe auspicabile vedere il Cavaliere al Colle: “Non ha i numeri giusti”.
“Io parlo con tutti. Vedremo se il centrodestra avanzerà formalmente una candidatura. Nel vertice di venerdì è emerso che il sogno quirinalizio di Berlusconi non ha i numeri” Matteo Renzi, in un’intervista al Corriere della Sera sul Quirinale, ha spiegato che a suo avviso “Draghi a Chigi è una garanzia per il Paese nell’anno di legislatura che ci rimane”, mentre al Quirinale “garantisce l’Italia, per sette anni. Sono entrambe buone soluzioni”, ma “se andrà al Quirinale dovrà esserci un accordo politico contestuale sul governo”. E un governo dei leader se Draghi va al Colle “non è probabile ma ha un senso”, dice il leader di Italia Viva.
“Che tristezza leggere di telefonate a singoli parlamentari” ha proseguito Renzi, che dice di non essere stato contattato da Berlusconi, “non lo vedo da 7 anni, da quando lui ha rotto con me perché abbiamo scelto Mattarella”.
“Torniamo alla sana politica e troviamo un nome di prestigio per l’Italia, in patria e all’estero” dice poi, sottolineando che “non ci possiamo permettere elezioni politiche nel 2022 e nemmeno un governo fotocopia senza il premier: il valore aggiunto di questo esecutivo è Draghi, non i singoli ministri”.
Rispetto alla proposta di Matteo Salvini di allargare il Governo ai leader di partito, Renzi dice che “può avere un senso coinvolgere le prime linee dei partiti. Ho l’impressione – aggiunge però – che Salvini debba decidersi. Talvolta sembra voler uscire dalla maggioranza, lasciando spazio al cosiddetto governo Ursula. Talvolta sembra volersi immolare su Berlusconi, facendosi del male e facendolo anche al Cavaliere e al centrodestra. L’elezione del presidente della Repubblica è una partita seria, una finale di Champions, non un’amichevole precampionato. Ci sono leader che sul Quirinale si sono bruciati e hanno perso ogni credibilità: pensi a quel che ha combinato Bersani in quella scriteriata gestione del 2013”.
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