Quando Fidanza (Fidanza!) diceva di Sassoli: "Non basta il passaporto italiano per essere un patriota"
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Quando Fidanza (Fidanza!) diceva di Sassoli: "Non basta il passaporto italiano per essere un patriota"

L'europarlamentare di Fratelli d'Italia ora finito nell'inchiesta di Fanpage con il barone nero Jonghi Lavarini si permetteva di dare le pagelle. E poi a Sassoli...

Quando Fidanza (Fidanza!) diceva di Sassoli: "Non basta il passaporto italiano per essere un patriota"
Fidanza, Jonghi Lavarini, Valcepina
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21 Gennaio 2022 - 18.12


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L’estrema destra si fa sempre riconoscere. E ultimamente è salito agli onori delle cronache Carlo Fidanza, europarlamentare della Meloni, che ripreso nell’inchiesta di Fanpage tra fascisti, antisemiti a fare il saluto romano e altre amenità ha deciso di fare un passo indietro, in attesa che Giorgia Meloni visioni le 100 ore di filmato prima di pronunciarsi.

Oggi Fidanza è tornato a parlare minacciando querele.

Ma noi non dimentichiamo quello che questo personaggio diceva di David Sassoli, permettendosi, dall’alto delle sue frequentazioni con Jonghi Lavarini e altri, di poter dire chi fosse patriota e chi no.

Diceva Fidanza: “In diretta da Bruxelles vi spiego perché Fratelli d’Italia non ha sostenuto la candidatura di David Sassoli alla presidenza del Parlamento Europeo. Non basta il passaporto italiano per essere un patriota e gli eventi di Lampedusa ce lo confermano!”.

Fidanza aveva attaccato anche Sassoli quando lo scomparso presidente del parlamento europeo aveva rigettato – giustamente – il paragone tra fascismo (e nazismo) e comunismo.

Aveva scritto l’estremista di destra:  “Dopo lo scandaloso invito alla fuorilegge Carola Rackete, il prossimo passo del presidente Sassoli sarà magari quello di invitare in seduta solenne a Bruxelles gli eredi dei partigiani comunisti che volevano instaurare anche in Italia un regime filo-sovietico e che, nell’attesa del sol dell’avvenire, aiutavano i titini ad infoibare gli italiani o a compiere gli spietati eccidi del triangolo rosso? È questa la storia che Sassoli vuole riaffermare quando contesta l’equiparazione tra i crimini del nazismo e quelli del comunismo, giustamente votata dall’aula di Strasburgo pochi giorni fa? È grave che il Presidente del Parlamento Europeo abbia deciso di farsi megafono della peggiore sinistra, italiana ed europea.

Invece di andare in passerella a Marzabotto,  Sassoli si rechi a Basovizza, nel triangolo rosso, a Porzus, nella foresta di Katyn, in piazza San Venceslao a Praga, in quel che resta dei gulag staliniani o in quelli ancora attivi della Corea del Nord. Vada ovunque il comunismo partigiano e concentrazionario ha recato lutti e sofferenze e si scusi con chi le ha patite per aver contestato una risoluzione che, per una volta, ha portato un po’ di luce su verità troppo a lungo minimizzate.”

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