Dignità, diritti, donne: Mattarella succede a se stesso nel segno della speranza
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Dignità, diritti, donne: Mattarella succede a se stesso nel segno della speranza

Il giuramento del capo dello stato: un lungo discorso interrotto da 52 applausi e con l'ultimo passaggio dedicato a David Sassoli

Dignità, diritti, donne: Mattarella succede a se stesso nel segno della speranza
Sergio Mattarella
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3 Febbraio 2022 - 17.07


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Un applauso di circa quattro minuti ha salutato la fine del discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un discorso durato 38 minuti e interrotto per 52 volte dagli applausi dei grandi elettori.

L’Aula era gremita a Montecitorio. I banchi del governo sono stati occupati praticamente al completo, così come l’emiciclo, dove i grandi elettori sono stati distribuiti tra aula e tribune. Nella tribuna presidenziale, oltre ai parenti di Sergio Mattarella, presenti, tra gli altri, il Nunzio Apostolico e il Capo di Stato Maggiore della Difesa. L’aula è stata addobbata con 21 bandiere tricolore e drappi rossi

Sono però cresciuti i numeri dei positivi al Covid tra i grandi elettori. Dai 13 degli ultimi giorni si è passato ai 26 odierni che non hanno potuto partecipare alla cerimonia. Tra questi anche il leader della Lega, Matteo Salvini.  Mattarella ha giurato poco dopo le 15.30 accolto con una standing ovation.

  • “Signori Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, Signori parlamentari e delegati regionali, il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni hanno fatto la loro scelta. Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica”.
  • Le “attese” dei cittadini “sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di grandi difficoltà. Leggo questa consapevolezza nel voto del Parlamento che ha concluso i giorni travagliati della scorsa settimana”.
  • “Nel momento in cui i Presidenti di Camera e Senato mi hanno comunicato l’esito della votazione, ho parlato delle urgenze – sanitaria, economica e sociale – che ci interpellano. Non possiamo permetterci ritardi, né incertezze”.
  • “La lotta contro il virus non è conclusa, la campagna di vaccinazione ha molto ridotto i rischi ma non ci sono consentite disattenzioni. È di piena evidenza come la ripresa di ogni attività sia legata alla diffusione dei vaccini che aiutano a proteggere noi stessi e gli altri”. “Questo impegno si unisce a quello per la ripresa, per la costruzione del nostro futuro”, ha aggiunto il Capo dello Stato.
  • “L’Italia è un grande Paese. Lo spirito di iniziativa degli italiani, la loro creatività e solidarietà, lo straordinario impegno delle nostre imprese, le scelte delle istituzioni ci hanno consentito di ripartire. Hanno permesso all’economia di raggiungere risultati che adesso ci collocano nel gruppo di testa dell’Unione. Ma questa ripresa, per consolidarsi e non risultare effimera, ha bisogno di progettualità, di innovazione, di investimenti nel capitale sociale, di un vero e proprio salto di efficienza del sistema-Paese”.
  • “Nuove difficoltà si presentano. Le famiglie e le imprese dovranno fare i conti con gli aumenti del prezzo dell’energia. Preoccupa la scarsità e l’aumento del prezzo di alcuni beni di importanza fondamentale per i settori produttivi.
  • “Viviamo in una fase straordinaria in cui l’agenda politica è in gran parte definita dalla strategia condivisa in sede europea. L’Italia è al centro dell’impegno di ripresa dell’Europa. Siamo i maggiori beneficiari del programma Next Generation e dobbiamo rilanciare l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, nell’ambito della transizione ecologica e digitale. La stabilità di cui si avverte l’esigenza è, quindi, fatta di dinamismo, di lavoro, di sforzo comune”.
  • “I tempi duri che siamo stati costretti a vivere ci hanno lasciato una lezione: dobbiamo dotarci di strumenti nuovi per prevenire futuri possibili pericoli globali, per gestirne le conseguenze, per mettere in sicurezza i nostri concittadini”.
  • “L’impresa alla quale si sta ponendo mano richiede il concorso di ciascuno. Forze politiche e sociali, istituzioni locali e centrali, imprese e sindacati, amministrazione pubblica e libere professioni, giovani e anziani, città e zone interne, comunità insulari e montane. Vi siamo tutti chiamati”.
  • “Questo è l’orizzonte che abbiamo davanti. Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza. È ancora tempo di un impegno comune per rendere più forte l’Italia, ben oltre le difficoltà del momento. Un’Italia più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano. Un Paese che cresca in unità”. 
  • E ancora: “Un’Italia in cui le disuguaglianze – territoriali e sociali – che attraversano le nostre comunità vengano meno. Un’Italia che offra ai suoi giovani percorsi di vita nello studio e nel lavoro per garantire la coesione del nostro popolo. Un’Italia che sappia superare il declino demografico a cui l’Europa sembra condannata. Un’Italia che tragga vantaggio dalla valorizzazione delle sue bellezze, offrendo il proprio modello di vita a quanti, nel mondo, guardano ad essa con ammirazione. Un’Italia impegnata nella tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi, consapevole della responsabilità nei confronti delle future generazioni”. E aggiunge: “Una Repubblica capace di riannodare il patto costituzionale tra gli italiani e le loro istituzioni libere e democratiche”.
  • “Rafforzare l’Italia significa anche, metterla in grado di orientare il processo per rilanciare l’Europa, affinché questa divenga più efficiente e giusta; rendendo stabile e strutturale la svolta che è stata compiuta nei giorni più impegnativi della pandemia. L’apporto dell’Italia non può mancare: servono idee, proposte, coerenza negli impegni assunti”.
  • “La Conferenza sul futuro dell’Europa non può risolversi in un grigio passaggio privo di visione storica ma deve essere l’occasione per definire, con coraggio, una Unione protagonista nella comunità internazionale”.
  • Tanti, troppi giovani sono sovente costretti in lavori precari e malpagati, quando non confinati in periferie esistenziali. È doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri e contraddizioni”.
  • “Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno di ogni prospettiva di crescita. Nostro compito – come prescrive la Costituzione – è rimuovere gli ostacoli. Accanto alla dimensione sociale della dignità, c’è un suo significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l’intera società”.
  • “Dignità è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ciascuno di noi. Perche’ la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita. Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro. Quasi ogni giorno veniamo richiamati drammaticamente a questo primario dovere della nostra società”.
  • Ma dignità “è opporsi al razzismo e all’antisemitismo, aggressioni intollerabili, non soltanto alle minoranze fatte oggetto di violenza, fisica o verbale, ma alla coscienza di ciascuno di noi”. Oltre a “impedire la violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione, dell’esempio”.
  •  “La nostra dignità è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti la dignità umana degli altri. È anzitutto la nostra dignità che ci impone di combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani”. Dignità “è contrastare le povertà, la precarietà disperata e senza orizzonte che purtroppo mortifica le speranze di tante persone”.  
  • Dignità “è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità”. Dignità “è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, dalla complicità di chi fa finta di non vedere”.
  • “Desidero ricordare in quest’aula il Presidente di un’altra Assemblea parlamentare, quella europea, David Sassoli. La sua testimonianza di uomo mite e coraggioso, sempre aperto al dialogo e capace di rappresentare le istituzioni democratiche ai livelli più alti, è entrata nell’animo degli italiani: ‘Auguri alla nostra speranza’ sono state le sue ultime parole in pubblico. Aveva appena detto: ‘La speranza siamo noi’. Ecco, noi, insieme, responsabili del futuro della nostra Repubblica. Viva la Repubblica, viva l’Italia!”.
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