Ormai il progetto di Renzi è chiaro: una grande Forza Italia senza Berlusconi.
Altrimenti come potrebbe preferire a Landini uno come Toti, le cui delibere anti-migranti Das presidente della Liguria sono state cancellate dalla Corte Costituzionale?
O preferire alle Sardine Maria Stella Gelmini, una che sta da anni sdraiata a tappetino su Berlusconi e che avrebbe voluto portarlo al Quirinale?
Non si organizzano i partiti politici sommando i leader o presunti tali, sommando i gruppi dirigenti, un’accozzaglia di ambizioni personali. Ma la destra si sta inchiodando sul sovranismo, a sinistra bisognerà che decidono cosa fare da grandi: il Pd deve capire che gioco vuole giocare.
Se la sinistra di Landini sta con Letta, fatalmente sposta il Pd a sinistra e per il centro si aprono praterie. Se invece Letta fa un ragionamento riformista, serio, come Scholz, Macron, Obama, Blair allora non è un campo largo ma l’area riformista, e quella è casa mia da sempre”. Lo ha detto il leader di Iv, Matteo Renzi, a Porta a porta in onda stasera.
“Tutti dicono che Renzi sta col Pd se il Pd molla i Cinque Stelle. Ma il M5s si è già mollato da solo, è finito”. Il discrimine, per Renzi, è cosa farà il Pd: “Se l’approdo di Letta è il massimalismo con Landini e Fratoianni, o se è il riformismo.
Toti, Carfagna, Gelmini, Beppe Sala, Antonio De Caro… Questo mondo c’è e io vorrei costruire un’area contro il populismo della destra, e contro i massimalisti di sinistra. Se il Pd ci vuole stare è un film, se invece non ci sta il Pd allora è un’altro film, ma è un’area che c’è, a prescindere da Renzi e Toti”. Renzi cita “minsitri di Forza Italia, ministri del Pd, governatori della Lega come Zaia e Fedriga. Anche Salvini deve decidere se fare Meloni o l’uomo del Ppe”. E in questo quadro “il mio premier ideale si chiama Mario Draghi”.
Il che significa che un Salvini nel Ppe gli andrebbe bene come alleato.
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