Il rapporto tra il governo e la scuola sta vivendo una fase di tensione. Da un lato ci sono le manifestazioni degli studenti che chiedono un cambio di gestione nella formazione, inevitabilmente trasformata dal Covid, dall’altro c’è il dispiacere e la rabbia per la morte di due giovani ragazzi che proprio durante l’alternanza scuola-lavoro hanno perso la vita.
Alternanza scuola-lavoro, “i giovani hanno assistito purtroppo in questo periodo a due eventi tragici che hanno comportato la morte di due 18enni. Ritengo che da parte loro ci sia l’esigenza di manifestare perché fatti così non si verifichino più.
E’ un’idea che stiamo perseguendo anche noi come governo. Il ministro dell’Istruzione è molto attento su questo e metterà tutta la sua attenzione su un intervento che possa garantire i ragazzi nell’espletamento di queste attività”. Lo dice la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, intercettata a margine del convegno ‘Prefetture, sicurezza ed intelligence. In ricordo di Carlo Mosca’, organizzato dal Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche ‘Vittorio Bachelet’ dell’università Luiss Guido Carli insieme con l’Anfaci.
“Non ho grande preoccupazione per le manifestazioni di venerdì e ritengo che i giovani debbano esprimere le loro idee” afferma Lamorgese.
“Ho fatto fare ai miei uffici una circolare proprio perché ci sia una maggiore attenzione al dialogo con i ragazzi e con gli organizzatori mettendo soprattutto l’accento sulla necessità di garantire un equilibrato svolgimento delle manifestazioni”, aggiunge.
Interpellata sulla reazione del Fronte della Gioventù Comunista alla circolare del Viminale, la ministra spiega che “non era un attacco, anzi la mia idea era di avere un approccio distensivo alle manifestazioni di venerdì”.
“Se i ragazzi vogliono essere vicini a due giovani che hanno perso la vita mi sembra naturale, umano – dice Lamorgese – Se si legge bene la circolare si vedrà che io ho chiesto attenzione al confronto e al dialogo perché secondo me da questi principi bisogna partire”.