Pd e M5s in teoria insieme in una coalizione progressista, cadono nella trappola dell’inchiesta Open e votano il primo a favore e il secondo contro il conflitto di attribuzione sul senatore Matteo Renzi.
“Voteremo contro, ma non contro Renzi, contro un singolo senatore, ma contro perché difendiamo valori e principi del M5s”. Lo ha detto Giuseppe Conte rivelando ai giornalisti la posizione del Movimento Cinque Stelle sul voto, previsto nel pomeriggio, sul conflitto di attribuzione – per cui secondo lui “non ci sono i requisiti” – per il caso della Fondazione Open.
Il caso vede coinvolto il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che interverrà in aula al Senato, come preannunciato nei giorni scorsi. I rappresentanti del Partito democratico, che in Giunta si erano astenuti, voteranno a favore.
Nelle ultime settimane la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari aveva dato il via libera a una relazione della senatrice di Forza Italia, Fiammetta Modena, con cui era stata sollevata la questione dinanzi alla Consulta contro i magistrati di Firenze che hanno condotto l’inchiesta.
I magistrati della procura di Firenze due settimane fa hanno chiesto il rinvio a giudizio per Renzi e per altri dieci indagati, tra cui Luca Lotti, Maria Elena Boschi e Marco Carrai. Oggi la battaglia di oggi a Palazzo Madama rappresenta un passaggio decisivo perché trascinerebbe la questione davanti alla Consulta, quantomeno nell’aspetto relativo ad alcune intercettazioni.
Nel 2019 è partita l’indagine sulla Fondazione Open, che sosteneva l’attività politica di Matteo Renzi. Sotto esame 3,5 milioni di finanziamenti.