Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha definito la scelta di inviare armi all’Ucraina in guerra “un dilemma molto forte”, dicendo che la sua è una posizione differente da quella espressa dal governo. Ma anche che quella scelta ha ragioni non indifferenti: “Non biasimo chi in Parlamento ha votato” per l’invio delle armi, come “non biasimo la posizione del segretario Pd Letta che è stato tra quelli che ha spinto di più per questa posizione, anche perché fosse stanata la posizione di Matteo Salvini”.
Infatti, spiega Lepore ieri sera nel corso di una intervista nel salotto bolognese di Patrizia Finucci Gallo, “noi davvero abbiamo rischiato, e rischiamo, di avere un Governo immobile a causa della maggioranza che abbiamo, composta da forze politiche che hanno preso Vladimir Putin a modello nelle campagne elettorali degli ultimi anni e mesi. Quindi, ogni tipo di ambiguità nei confronti della Russia andava sventato”.
E sul leader della Lega e sulle sue recenti mosse in merito alla crisi in Ucraina dice anche: fare “memoria è importante in politica, e ci sono due riferimenti internazionali di personaggi come Salvini e Meloni: Donald Trump e Vladimir Putin. Uno è finito inneggiando all’assalto di Capitol Hill con le persone in armi che entravano dentro il parlamento americano; l’altro sta martoriando il popolo ucraino. Questo basta, secondo me, a definire un leader come Salvini inadatto a governare il nostro paese”.
Quanto al tema armi e all’ipotesi che il Governo vari una norma che permetta agli italiani di imbracciarle per andare ad aiutare gli ucraini, “io faccio il sindaco e in questa fase i sindaci hanno un ruolo importante: lavorare per far tacere le armi e promuovere il dialogo. Sono coerente con questo” convinto che occorra lavorare “sul fronte diplomatico perché una escalation sulle armi è assolutamente imprevedibile”.
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