Era inevitabile: superato l’iniziale shock della guerra in Ucraina, un vero terremoto per la destra che ha dovuto in fretta e furia andare a ribadire che loro mai sono stati amici di Putin, ora inizia l’operazione di riposizionamento in chiave campagna elettorale.
Salvini non è da meno: nascoste in un baule in soffitta le felpe con la faccia di Putin, il leghista si è fiondato sulla guerra in Ucraina per dimostrare che lui coi profughi non ha problemi, l’importante è che non vengano dall’Africa.
“Sto e stiamo lavorando insieme a tanti amministratori per inviare tonnellate e tonnellate di materiale utile e riportare in Italia tante donne, bambini e ragazzi in fuga dalla guerra, perché questa è una guerra vera che vede scappare profughi veri. Non ci sono barchini e barconi, di cui conosciamo bene traffici e provenienze” ha detto Salvini in collegamento al convegno organizzato con l’associazione culturale “Destra Liberale Italiana” – Biennale del Futuro 2° Rassegna di studi e tendenze: “Avere un domani. Riflettere per progettare un futuro umano”, in corso a Roma.
Insomma, la storia dei ‘profughi veri’ vs ‘profughi finti’ è la chiave con cui la Lega ha deciso di affrontare questo delicatissimo momento geopolitico. Lo si è visto già con Susanna Ceccardi, ora Salvini conferma la linea. E non si ferma qui.
“Un Paese libero e moderno non è solo quello del Pnrr. Lo ricordo, questi sono soldi in gran parte a prestito e quindi andranno restituiti, vanno spesi e rendicontati entro il 2026. Purtroppo abbiamo una struttura elefantiaca e burocratica, sulla quale il governo Draghi non è ancora intervenuto con la necessaria forza, rivedendo il codice degli appalti e dei contratti pubblici”.
“Servirà un’enorme operazione di pace fiscale. C’è un magazzino fiscale di 900 mld che non può rimanere scritto sulla sabbia, tanto varrebbe chiudere queste posizioni che tengono in ostaggio milioni di contribuenti. Lo Stato incassi quel che può e liberi questi milioni di italiani che spesso non possono nemmeno avere il diritto al conto corrente”.
La pace fiscale, da tempo grande assente nei discorsi di Salvini, torna di prepotenza, guarda caso a due giorni dal blitz tentato dalla destra sulla riforma del catasto (che tale non era: lo abbiamo spiegato qui).
“Nei prossimi, che saranno anni di ricostruzione, post pandemia e post guerra, servirà un Paese nel quale chi vuole fare sia lasciato libero di fare, costruire, ammodernare, ripulire, edificare, termovalorizzare e di guardare avanti. I no hanno bloccato l’Italia per troppo tempo”, ha concluso Salvini.
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