Simone Pillon e altri leghisti hanno annunciato che domani non parteciperanno alla seduta del Parlamento italiano con il presidente ucraino Zelensky in collegamento. Come il grillino Grimaldi, anche Pillon vorrebbe ‘sentire l’altra campana’, ossia Putin. Pillon, come dice il presidente del Consiglio regionale toscano, Antonio Mazzeo, mette gli aggrediti e gli aggressori sullo stesso piano.
“Chiunque abbia a cuore la democrazia, la libertà e i valori della nostra Costituzione – aggiunge Mazzeo – non può non stare dalla parte dell’Ucraina”. La posizione di Pillon non dovrebbe destare sorpresa: d’altronde, le farneticazioni sul peccato dei Gay Pride usate dal Patriarca Kirill per giustificare la guerra di Putin sembravano uscite da uno dei soliti sproloqui del leghista sui social.
Viene un dubbio però: uno così attaccato alla vita dei bambini, ossessionato dal vietare l’aborto, vietare le adozioni agli omosessuali, il tutto in nome della difesa dei minori, come fa a conciliare questo suo profondo sentimento religioso con il rifiuto di ascoltare un presidente di un paese invaso che chiede aiuto contro un dittatore che bombarda i bambini? Sarebbe interessante sentire la risposta del senatore.