Guerra in Ucraina e il disagio tra chi aborre le armi e la guerra ma nello stesso tempo è consapevole che gli aggressori non possono essere lasciati liberi di fare tutto ciò che vogliono, ossia invadere, deportare la popolazione civile, bombardare un intero paese sterminando donne vecchi e bambini.
“Da cattolico vivo questo conflitto con grande angoscia, che percepisco anche nelle persone che incontro. E continuare a usare parole di guerra non aiuta a placarla”. Parole di Graziano Delrio, ex ministro ed ex capogruppo del Pd che non ha votato a favore dell’aumento delle spese militari, ma che sta ”senza dubbio dalla parte del popolo aggredito da Putin, che ha invaso uno Stato sovrano e tenta di imporre con la forza le sue abominevoli ragioni. Però, la corsa ad armarsi di più, come stanno facendo i Paesi Ue, non è la risposta. La scelta bellicista non può sostituire la politica e la diplomazia, che adesso devono lavorare per un immediato cessate il fuoco al fine di costruire un percorso di pace duratura”.
“Io sono un pacifista – spiega – ma non posso chiedere a un popolo bombardato di arrendersi. Perciò sostenere la resistenza è giusto. Come legittimo è il diritto a difendersi degli ucraini, che ora avranno più potere negoziale che non se fossero stati invasi e vinti in 24 ore. Resto però convinto, e non è una contraddizione, che la direzione da prendere sia fermare la corsa al riarmo, non stimolarla”.
Ha poi aggiunto: “Se il contesto nel quale ci muoviamo è quello della Difesa comune europea, trovo folle che ogni nazione aumenti le spese militari ciascuna per conto proprio. Questa guerra nel cuore dell’Europa ha caratteristiche gravissime perché per la prima volta dagli anni ’40 del Novecento c’è stata una violazione di confini da parte di una grande potenza. Non come in Bosnia, dove c’erano comunità l’un contro l’altra armate. Una simile aberrazione la fecero soltanto i nazisti. E dunque alla Ue è richiesto – come è avvenuto con la pandemia – di fare un ulteriore salto di qualità: dotarsi di un’unica politica Estera e di Difesa. Fare a gara a chi compra più missili non è eticamente accettabile”.
“Dobbiamo far capire a Putin – aggiunge Delrio – che l’orizzonte da condividere è la sicurezza per tutti, anche con la riduzione delle spese militari. È la strada indicata da Aldo Moro quando, in piena guerra fredda, propose di avviare un grande dialogo tra Stati, poi sfociato negli accordi di Helsinky. Nel 1975 ci riuscirono, 47 anni dopo tocca all’Europa. Io sono totalmente dalla parte dell’aggredito, ma saremo tutti più deboli se non troviamo il modo di far parlare la diplomazia per arrivare a un immediato cessate il fuoco. E la pace si fa col nemico, che non significa giustificare Putin, ma costringerlo a trattare. La guerra non è solo sofferenza e dolore per tutti, è sempre un fallimento della politica. E anche, come dice papa Francesco, il fallimento dell’umanità. Quanto sull’intervento di Zelensky alle Camere – aggiunge – è giusto ascoltare la voce di una comunità sotto attacco che sta resistendo eroicamente a quella che è una violazione del diritto internazionale senza precedenti, ad opera di un nazionalismo miope e incapace di capire che questa guerra sarà una sconfitta innanzitutto per il popolo russo, indebolirà il Paese e lo allontanerà ancora di più dall’Europa”.
Riguardo la richiesta di aiuto ai russi durante la pandemia, afferma che ”lo scambio dei popoli nelle difficoltà fa parte della cooperazione. Intollerabile è invece richiamare quell’aiuto per accusare l’Italia o minacciare un nostro ministro”.