Alessandro Zan, deputato del Pd, a proposito del dramma che stanno vivendo i cittadini ucraini transgender che stanno cercando, vanamente, di lasciare il Paese per mettersi in salvo dopo lo scoppio della guerra, ha dichiarato: “Siamo di fronte una palese violazione dei diritti umani. Dobbiamo cercare di fare di tutto per queste persone, perché siano messe nelle condizioni di varcare il confine e vivere senza essere perseguitate”.
“Moltissimi di questi, come hanno raccontato alcuni media internazionali negli ultimi giorni, sono donne ma ancora in possesso di un passaporto con nome maschile e la lettera ‘M’ al genere e sono quindi intrappolate in Ucraina perché la legge marziale obbliga i cittadini maschi tra i 18 e i 60 anni a restare nel Paese per prestare il servizio militare.
“È l’ennesima dimostrazione di quanto le persone trans siano discriminate – spiega il deputato del Pd – Le donne trans non si ‘sentono’ donne, sono donne. Bisogna uscire da questo equivoco che è stato volgarmente strumentalizzato anche in Italia a proposito del tema dell’identità di genere”.
“Io sono in contatto con la Farnesina per capire se c’è la possibilità che l’Italia possa interloquire con le autorità ucraine per favorire corridoi umanitari per queste persone che sono in condizione di sofferenza e disagio per la guerra. In quanto donne, non possono essere obbligate a rimanere”.
“Sto poi cercando, anche con le associazioni italiane, di mettermi in contatto con le associazioni Lgbtq ucraine, anche se sono davvero poche. Ci sono anche episodi di discriminazione al confine, dove queste persone vengono spogliate e umiliate. Questo è un dramma nel dramma della guerra”.