Oggi, 24 marzo, ricorre l’anniversario del terribile eccidio delle Fosse Ardeatine, quando 335 tra civili, militari e detenuti italiani furono uccisi dalle forze di occupazione nazista come rappresaglia all’attentato partigiano di via Rasella, in cui morirono 32 soldati tedeschi. Hitler ordinò che venissero uccisi 10 italiani per ogni tedesco.
Giorgia Meloni, nel ricordare su Twitter quel tragico 24 marzo 1944, non solo evita accuratamente di nominare i fascisti (che dei nazisti erano alleati e complici), ma travisa la storia, scrivendo che “335 italiani furono trucidati dalle truppe di occupazione naziste solo perché italiani”.
Non è così: le 335 vittime (che erano italiane, perché l’eccidio è avvenuto in Italia), furono scelte tra persone ebree, tra antifascisti e altri ritenuti dalla Gestapo in odore di comunismo. Per raggiungere il numero previsto furono poi aggiunti a caso detenuti.
È semplicistico e populista dire “solo perché italiani”: gli italiani erano in quel momento alleati dei nazisti e non subivano discriminazione a causa della loro razza. Quello avveniva con gli ebrei, gli stessi che i fascisti italiani avevano contribuito a deportare.
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