Dopo un mese dall’inizio della guerra in Ucraina, si può tracciare un primo bilancio sui rapporti di forza tra i partiti nel nostro Paese. Una prima conseguenza dell’invasione russa, da questo punto di vista, è la “rarefazione” dei sondaggi: almeno per quanto riguarda la rilevazione sulle intenzioni di voto, infatti, i diversi istituti demoscopici sembrano essere più “timidi” del solito a pubblicare questo tipo di dati, che pure – sappiamo per certo – continua a essere rilevato nei questionari che vengono sottoposti agli intervistati.
Conseguenza di tutto ciò è che la Supermedia di questa settimana si basa su un “paniere” leggermente più ristretto, che consiste di 6 sondaggi realizzati da 4 istituti diversi nelle ultime due settimane.
I risultati, però, sono di un certo peso: la notizia di questa settimana, infatti, è il (nuovo) balzo in avanti di Fratelli d’Italia, che cresce di oltre un punto e aggancia il Partito Democratico in testa alla classifica, con il 21,5% dei consensi virtuali. Chi invece fa registrare anche oggi un arretramento sono la Lega (-0,8%) e soprattutto il Movimento 5 Stelle (-1,1%).
Per quanto riguarda il partito di Matteo Salvini, ma anche per quello guidato – in attesa dell’ennesima votazione online – da Giuseppe Conte, si tratta, ancora una volta, del peggior dato della legislatura. Da ormai due mesi (fine gennaio) nessuno dei due partiti dà segno di poter invertire la tendenza negativa.
Rispetto a questi movimenti così “bruschi” che riguardano 3 dei 4 partiti maggiori, fa quasi uno strano effetto la stabilità mostrata da Forza Italia (da diverse settimane sopra l’8%), Azione (poco sotto il 5%) e Italia Viva (intorno al 2,5%). Tre soggetti, questi, diversi per molti aspetti ma accomunati senz’altro da un posizionamento “centrista” rispetto alla geografia parlamentare in questa fase storica.
Fase storica in cui, lo ricordiamo, vi è una larghissima maggioranza parlamentare a sostegno del Governo Draghi, un esecutivo di unità nazionale, ma in cui si registra un clima tutt’altro che armonico, con polemiche che si susseguono con cadenza ormai settimanale, nonostante ciò che avviene al di fuori dei palazzi (una guerra aperta alle porte dell’Europa).
Questa conflittualità, a dire il vero, in buona parte non fa che riflettere le divisioni relative ad alcuni temi, su cui gli italiani faticano a trovare una posizione unitaria: fra questi temi vi è, ad esempio, l’invio di armi all’Ucraina per sostenerne i tentativi di respingere l’invasione russa – proposito già avanzato da Draghi in più occasioni, anche con votazioni favorevoli da parte del Parlamento.
Secondo i dati SWG, infatti, i favorevoli e contrari si equivalgono, rappresentando rispettivamente il 42% (ma, fra gli elettori del PD, si sale al 59%) ed il 44% (dato che nell’elettorato della Lega tocca il 54%).
I dati più recenti di Euromedia ed EMG fotografano una situazione leggermente diversa, secondo cui gli italiani in maggioranza si dicono in realtà contrari all’invio di armi all’Ucraina.
Ma, nonostante le questioni internazionali risentano – ovviamente – di un’attenzione mediatica decisamente superiore in queste settimane, anche in politica interna è emerso di recente un tema che ha riacceso vecchie divisioni politiche.
Si tratta della riforma del catasto, approvata dalla maggioranza sul filo del rasoio in Commissione e che, secondo l’ultimo sondaggio di Euromedia, vede gli italiani dividersi equamente fra il 37,7% di chi si dice a favore ed il 37,4% di chi è contrario.
I dati di SWG provano ad indagare ancora più in profondità il tema della riforma, condivisa (in questo caso) dal 50% degli intervistati ma ritenuta effettivamente urgente solo dal 26% (valore che comunque sale fino al 47% per gli elettori PD). La percezione, tuttavia, intercettata da entrambi gli istituti e condivisa da almeno un italiano su due, è che la riforma del catasto si tradurrà in un effettivo aumento delle tasse sugli immobili, nonostante le ripetute smentite da parte del Governo e dello stesso Mario Draghi.
Argomenti: giorgia meloni