Tutti parlano ma l’unico che fa lo gnorri è Matteo Salvini che si è ben guardato dal pronunciare una parola di condanna contro Putin e gioca a nascondino pensando che siano ancora molti i boccaloni che gli vanno dietro. Ma dai sondaggi sembra che così non è più.
L’orrore delle immagini del massacro di civili a Bucha suscita lo sdegno dell’Italia e nuovi atti di accusa nei confronti della Russia, da oltre un mese impegnata nell’operazione di guerra in Ucraina. Palazzo Chigi chiede nuovamente la fine del conflitto e punta il dito contro Mosca, dai partiti giunge invece la richiesta di un embargo totale del petrolio e del gas russo e l’avvio di inchieste. Il presidente del Consiglio parla di «crimini» che «lasciano attoniti» e di una «crudeltà» che definisce «spaventosa e insopportabile».
«Le autorità russe – ribadisce Mario Draghi – devono cessare subito le ostilità, interrompere le violenze contro i civili, e dovranno rendere conto di quanto accaduto. L’Italia condanna con assoluta fermezza questi orrori, e esprime piena vicinanza e solidarietà all’Ucraina e ai suoi cittadini». Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, chiede che venga accertata il prima possibile «l’esistenza di crimini di guerra» perché, afferma in un tweet, «queste atrocità non possono restare impunite». Il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, sottolinea la «vergogna e il disonore per i responsabili» del massacro. I partiti propongono risposte immediate nei confronti della Russia. Il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, chiede un embargo completo sul petrolio e gas russo. «Il tempo è finito», afferma il leader dem. Parole che il senatore Pier Ferdinando Casini fa proprie. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, parla di «una barbarie che riemerge dalle epoche più buie della storia europea» e chiede «ogni sforzo per la pace e per fermare l’aggressione all’Ucraina». Giuseppe Conte, leader di M5s, invita a non rassegnarsi «all’ineluttabilità della guerra, non possiamo accettare questa carneficina. Non dobbiamo tacere di fronte a queste violenze», dice.
Carlo Calenda giudica i russi «colpevoli di crimini di guerra contro la popolazione civile», propone di incrementare le sanzioni contro Mosca e invita a tenere «i nervi saldi» e a ponderare ogni iniziativa. «Dobbiamo aumentare la pressione sulla Russia, non far scoppiare un conflitto mondiale», afferma il fondatore di Azione. I ministri Maria Stella Gelmini e Renato Brunetta, chiedono indagini per accertare la responsabilità di quello che definiscono un crimine di guerra.
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