di Antonello Sette
Sottosegretario Mulè, il senatore Vito Petrocelli è stato espulso dal Movimento Cinque Stelle per aver pubblicato, alla vigilia del 25 aprile, un tweet con la Z di Liberazione scritta in maiuscolo, con un evidente riferimento alla lettera divenuta il simbolo dell’aggressione russa contro l’Ucraina. Il senatore già pentastellato non ha, però, nessuna intenzione di abdicare anche dalla poltrona di Presidente della Commissione Esteri di Palazzo Madama, che seguita così ad essere ricoperta da un senatore sensibile alle ragioni della guerra…
Penso che quello del senatore Petrocelli sia un atto che non è in alcun modo giustificabile, dice a SprayNews il sottosegretario alla Difesa. E’ un affronto al popolo ucraino, che è stato invaso e aggredito dalla Russia. E’ un affronto alla comunità internazionale. E’ un affronto all’Italia, che sostiene le ragioni di un Paese che è stato invaso. E’ un atto esecrabile. Come si può accettare che un senatore della Repubblica prenda le parti della Russia in un contesto, che l’Italia ha condannato e condanna fermamente? Soprattutto chi ricopre cariche istituzionali non può permettersi queste uscite fuori dal seminato.
L’uscita fuori dal seminato di Petrocelli è, secondo lei, incompatibile con la sua permanenza alla Presidenza della Commissione Esteri dal Senato? Come saprà, il suo ex collega di Movimento Alberto Airola invita alla prudenza e a tener cento dell’equilibrio sin qui dimostrato da Petrocelli nell’espletamento della sua carica.
Il tweet di Petrocelli è incompatibile con il suo mandato istituzionale. Chi ricopre un ruolo di garanzia, come è quello del Presidente della Commissione Esteri, non può in alcun modo esporre il Paese con una posizione come quella che il senatore Petrocelli ha pensato bene di assumere.
Quella Z maiuscola esibita provocatoriamente coincide, oltretutto, con le contemporanee minacce del ministro degli esteri russo, che prospetta, come sbocco possibile sbocco del conflitto, lo scoppio della terza guerra mondiale…
L’escalation militare, accompagnata dall’escalation delle parole, che questa guerra quotidianamente ci mette di fronte, obbliga ancor più tutti noi a mantenere saldi i principi e i valori l’Italia aderisce: i valori dell’europeismo, dell’atlantismo e soprattutto i valori di civiltà. Non si possono, quindi, in alcun modo tollerare atteggiamenti, che possano anche solo sembrare di accondiscendenza rispetto a quello che la Russia sta perseguendo contro l’Ucraina e il suo popolo.