Derby all’estrema destra tra una Giorgia Meloni che ripropone ricette reazionarie mentre fa finta di diventare liberale e Salvini che continua con le sue giravolte da perfetto trasformista.
“Si deve dire che Fdi sta cambiando rispetto al passato. Meloni ha lanciato una sfida seria e importante, in primo luogo a se stessa. Se sarà capace di trasformarsi in una forza liberal-conservatrice non ci saranno più alibi. Se quel passaggio sarà compiuto, non c’è dubbio che un partito liberal-conservatore sarà legittimato a governare.
Meloni diventa sempre più votabile”. Lo sottolinea, reduce dalla partecipazione a Milano alla Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, l’ex presidente del Senato Marcello Pera fra i candidati unitari del centrodestra per il Quirinale lo scorso febbraio.
Quanto alla Lega di Matteo Salvini Pera, in una conversazione con il Foglio, afferma che “sulla guerra la posizione di Salvini mi lascia perplesso”. E anche se “non credo che a Mosca ci sia qualcuno che attenda Salvini, io appartengo a un’altra parrocchia, di quelli convinti che l’attacco di Putin sia rivolto a tutto l`Occidente e a quell’attacco non si può sfuggire.
Putin non si fermerà. Vuole riscrivere i confini. Il suo giudizio sull’occidente dicendo che si tratti di un continente degradato, secolarizzato, scristianizzato. Ritiene l’Occidente una terra da denazificare. Deve essere preso sul serio, alla lettera”.
Quanto all’Italia, a giudizio di Pera, “quattro uomini stanno tenendo unito il paese in questo momento: Mattarella, Draghi, Guerini, Di Maio”. Sul quale ultimo “si fa ironia e invece – afferma l’ex presidente di centrodestra del Senato- si sta mostrando un ministro degli Esteri eccellente. La sua posizione sulla guerra è buona: meglio di quel genio cor botto..”. Evitando di fare il nome del presidente M5s Giuseppe Conte.
Argomenti: giorgia meloni