In un’intervista a Il Foglio, il segretario del Pd Enrico Letta ha dichiarato che “gli europei dovrebbero essere grati a Draghi per quello che ha fatto in America. Draghi ha negli Stati Uniti un’autorevolezza che nessun altro ha nell’Unione europea. E il presidente ha fatto valere la sua voce a Washington per rappresentare bene un clima complesso che c’è in Italia e in Europa: un clima che si sta deteriorando. Credo che la sua fosse la voce che più di chiunque altra, senza secondi fini elettorali, poteva far entrare nell’agenda americana il senso chiaro del deterioramento di questa situazione”.
“Nel senso che Draghi ha messo in guardia gli Stati Uniti sulla situazione che c’è in Italia e in Europa, che si fa sempre più complessa. Europeisti e atlantisti hanno il dovere di aiutare l’Ucraina a difendersi, con tutti i mezzi a disposizione, ma gli Stati Uniti hanno il dovere di aiutare l’Europa a trovare un punto di caduta”, spiega il segretario del Pd aggiungendo:
“Il punto di caduta deve essere una maggiore attenzione alla comunicazione e all’uso delle parole. In questo senso, l’uscita di Boris Johnson sul portare la guerra in Russia ha fatto dei danni. Questo deve essere un punto chiave: si difende l’Ucraina, non si fa la guerra alla Russia. C’è un’oggettiva differenza, che non è certo quella tra armi difensive e offensive, ma quella tra la difesa dell’integrità dell’Ucraina e l’offensiva nei confronti della Russia. Quest’ultima nessuno se la può permettere”.
Il punto fondamentale, insiste Letta, è “ragionare sulla creazione di condizioni per un cessate il fuoco e per un negoziato. In questo, negli ultimi giorni, mi pare ci sia stato un buon gioco di sponda tra Draghi e Macron”. Tra le altre cose, Letta dice: “Continuo a credere che l’embargo totale sull’energia russa, gas e petrolio, sia una scelta tanto dolorosa quanto doverosa”.
Ma, “la scommessa non è solo quella di ridefinire il perimetro della nostra identità energetica ma è anche quello di capire che il nuovo corso della globalizzazione offre infinite opportunità per il nostro paese”; “il reshoring è una parola difficile ma è la parola chiave per inquadrare le sfide che avrà l’Italia nei prossimi mesi. Sono certo che il governo riuscirà a mettere il tema al centro della sua agenda”.
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