di Antonello Sette
Occhetto, nel suo recentissimo libro “Perché non basta dirsi democratici”, lei invita la sinistra a ripartire dall’ecosocialismo. Mi spiega che cosa ci azzecca l’ecosocialismo con la guerra, il riarmo e la deterrenza atomica?
Il mio libro è contrario a tutte le guerre e al riarmo, dice a SprayNews l’ex segretario di Pci e Pds. Afferma con grande forza che bisogna riprendere la battaglia per la messa al bando di tutte le armi nucleari e per un disarmo controllato a 360 gradi. Nello stesso tempo, però, non afferma che bisogna avviare il disarmo, disarmando chi è stato aggredito. All’inizio della guerra era, quindi, del tutto naturale che, di fronte all’aggressione di Putin, che violava tutti i patti internazionali e il cui spirito era esattamente il contrario di quello sancito dall’articolo 11 della nostra Costituzione, secondo il quale la guerra non può essere lo strumento per risolvere le controversie internazionali, si corresse in soccorso del popolo aggredito, anche considerando che la stessa Costituzione stabilisce che la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.
Questa sua posizione, che avalla la fornitura di ami all’Ucraina aggredita, fa riferimento all’inizio della guerra. Ritiene, quindi, che le condizioni, che giustificavano l’interventismo della Nato e dell’Italia, siano oggi mutate?
Oggi ci troviamo in una fase nuova, come ha riconosciuto lo stesso Presidente Draghi, dopo il suo viaggio negli Stati Uniti. C’è stato, nel frattempo, un riequilibrio delle forze e ora l’accento va decisamente spostato sul terreno della trattativa. In questa fase nuova noi ci troviamo di fronte a due ipotesi di sbocco della guerra. Una è quella espressa in modo del tutto sconsiderato da Johnson e dagli stessi Stati Uniti, secondo i quali la guerra può essere risolta esclusivamente attraverso un suo prolungamento, fino alla sconfitta definitiva di Putin. La seconda ipotesi è, invece, quella di utilizzare la forza acquisita dall’Ucraina, anche grazie agli aiuti ricevuti, per chiedere con forza a Putin il cessate il fuoco e l’apertura delle trattative. Io sono decisamente a favore di questa seconda ipotesi.
L’ipotesi, da lei caldeggiata, non mi sembra sia sostenuta con l’auspicabile forza dal nostro Paese, visto che Biden ha parlato di Italia e Usa mai così uniti, come in questo momento…
L’Italia è dentro la Nato e atlantica. Non è una scoperta di oggi. In attesa di quello che dirà Draghi in Parlamento, ma alcune sue dichiarazioni mi sembra già confermino un cambiamento di posizione, spero che si formi un nucleo fra Italia, Francia e Germania, per imporre alla Nato e a tutto lo schieramento occidentale l’ipotesi che porta diritta al “cessate il fuoco” e a una trattativa di pace.
La ringrazio…
Mi faccia aggiungere solo una cosa…
Prego…
Prima che Draghi partisse per Washington, io avevo spiegato in un’intervista che cosa avrebbe dovuto dire nell’incontro con Biden. Secondo me, dicevo, deve a testa dritta sostenere la tesi che siamo entrati in una fase nuova, in cui è necessario concentrare tutta l’attenzione e tutte le iniziative sulle trattative,insistendo in ogni modo, a prescindere da quello pensa Putin su quali siano i tempi della guerra e della trattativa.