Ucraina, Capuano: "Ecco il piano di pace che avevamo elaborato con Salvini da Putin"
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Ucraina, Capuano: "Ecco il piano di pace che avevamo elaborato con Salvini da Putin"

“È stato massacrato ingiustamente perché l'opinione pubblica non era a conoscenza di questo piano. Mi ha autorizzato a divulgarlo. Chi lo ha attaccato poteva chiamarlo in commissione Esteri a riferire".

Ucraina, Capuano: "Ecco il piano di pace che avevamo elaborato con Salvini da Putin"
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30 Maggio 2022 - 09.24


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Antonio Capuano, ex parlamentare di Forza Italia e oggi consulente diplomatico di Matteo Salvini, ha parlato in un’intervista a La Repubblica del piano di pace italiano e del prossimo viaggio a Mosca del leader della Lega. “In Russia avremmo dovuto presentare un piano di pace in quattro punti”, il primo “individuare una sede neutrale in cui aprire i negoziati. Abbiamo due ipotesi, entrambe sondate”. 

Il secondo punto, spiega, consiste nella “nomina di tre garanti, i vertici istituzionali di Italia, Francia e Germania, più un garante morale. Terzo punto: le parti devono sedersi al tavolo solo dopo il cessate il fuoco. E in cima dell’ordine del giorno del negoziato prevediamo lo sblocco delle navi che portano il grano e gli aiuti umanitari – afferma – Quarto punto: la visita di una grande personalità internazionale a Mosca e Kiev”.

Salvini, fa sapere Capuano, “si è mosso con canali diplomatici ufficiali. Russi, soprattutto”. Se Putin fosse informato di questa trattativa? “Ma sta scherzando? Mi sembra chiaro. E alcuni segnali da Mosca sono pure arrivati. Salvini ha svolto questa attività solo in nome della fine di un conflitto che dovrebbe interessare tutti. L’idea era quella di avvertire il governo qualche ora prima di partire, per far sì che non si bruciasse la trattativa. Ma se Draghi avesse opposto il suo niet, state certi che non saremmo partiti”, aggiunge. 

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A Mosca “non avremmo certo incontrato le quarte linee” e poi “era prevista una tappa da Ankara. In ogni caso, con il parere positivo di Mosca sul piano, Salvini sarebbe tornato dai vertici istituzionali del Paese per riferire. Nessuna iniziativa autonoma. Sarebbe stato Palazzo Chigi a decidere se e come parlarne ad altri leader europei – aggiunge – Salvini ha deciso di restare in silenzio, ma è giusto che si sappia per quale obiettivo alto ha lavorato”. 

“È stato massacrato ingiustamente perché l’opinione pubblica non era a conoscenza di questo piano. Mi ha autorizzato a divulgarlo. Chi lo ha attaccato poteva chiamarlo in commissione Esteri a riferire. Io lo difendo, Matteo, su di lui metto la mano sul fuoco. Aveva la maglietta di Putin ma l’avrà visto due volte, altri con il capo del Cremlino hanno fatto affari”, conclude

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