«Non vogliamo il riarmo. Non vogliamo un’escalation militare. Quando si è scatenata questa guerra dicemmo: `Pieno sostegno all’Ucraina´. Ma non dobbiamo andare dietro alle follie di qualcuno, nè tantomeno vincere qualcuno».
Lo ha detto il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, parlando della guerra in Ucraina durante un comizio elettorale a Carrara. «Dobbiamo concentrare gli sforzi solo verso un negoziato di pace. La forza della ragione è dalla nostra parte: volevano che mettessimo 10-15 miliardi per il riarmo come altri governi. Noi abbiamo detto no».
L’alleanza con il Pd e i progressisti
Pd e M5s insieme sul serio o rischiano di diventare come Fratelli d’Italia e Lega, ossia pronti ai lunghi coltelli? «Noi camminiamo lungo un percorso delimitato dei nostri valori irrinunciabili: giustizia sociale, legalità, tutela ambientale. Se su quel percorso desiderano camminare anche il Pd e altre forze progressiste, allora la strada si può e si deve fare insieme, come successo durante il Conte II e in tanti Comuni prossimi al voto».
Così il presidente del M5s Giuseppe Conte risponde a chi gli chiede se il futuro del movimento resta quello di una «alleanza organica con il centrosinistra come avviene a Genova».
Parlando di Matteo Renzi, l’ex premier, invece, afferma: «Non è un mistero la sua parabola verso politiche di destra o semplicemente ovunque trovi una qualche convenienza. Vota insieme a tutto il centrodestra in commissione Esteri, si batte con la Meloni per togliere redditi e pensioni alle famiglie in difficoltà economica».
A chi gli chiede infine se ha sentito Beppe Grillo durante la visita a Genova, risponde: «Con Beppe ci sentiamo continuamente. Questa visita Genova è dedicata all’ascolto dei cittadini e delle esigenze del territorio».
«Genova è sempre stata una città cruciale per il movimento – sottolinea -. Qui mettiamo in campo i nostri valori e il nostro impegno per la città. Per me il modello Genova non è tanto la procedura seguita per la realizzazione delle infrastrutture, che sicuramente assume carattere dell’eccezionalità, ma un modello di azione politica che col mio governo abbiamo indicato l’Italia: se ci si impegna davvero per le urgenze dei cittadini, il sistema Paese, gli attori istituzionali possono raggiungere gli obiettivi velocemente senza sprechi, possono remare insieme oltre le beghe politiche gli interessi di bottega».
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