Alla fine la risoluzione di maggioranza è stata approvata con 219 voti favorevoli, 20 contrari e 22 astenuti. Numeri solidi anche se la mediazione è arrivata solo a ridosso dell’inizio della seduta.
“Ci avviciniamo al quarto mese di invasione russa dell’Ucraina. Mosca continua ad aggredire militarmente le città al fine di espandere il controllo sul territorio”. Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso delle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno.
“Al 20 giugno sono 4569 i civili uccisi” ma il numero “reale” potrebbe essere “molto molto più alto” ha detto il premier. “Continuano a emergere nuove atrocità commesse ai danni dei civili da parte dell’esercito russo. Le responsabilità saranno accertate e i crimini di guerra saranno puniti” ha scandito.
Draghi ha ribadito che “solo una pace concordata e non subita può essere duratura”. Durante la “visita a Kiev ho visto da vicino le devastazioni della guerra e constatato la determinazione degli ucraini nel difendere il loro Paese” ha sottolineato, e “il presidente Zelensky ci ha chiesto di continuare a sostenere l’Ucraina per raggiungere una pace che rispetti i loro diritti: solo una pace concordata e non subita può essere davvero duratura”.
“A Kiev ho ribadito che l’Italia vuole l’Ucraina in Europa e vuole lo status di Paese candidato. Siamo stati tra i primi a sostenere questa posizione con chiarezza in Ue e in Occidente e per la prima volta l’ho fatto proprio in questo Parlamento, continueremo a farlo anche al Consiglio Ue” ha affermato il presidente del Consiglio.
Le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky non cadranno nel vuoto. Ne è convinto il premier Mario Draghi, che a Palazzo Chigi lavora in queste ore al discorso che terrà martedì 21 giugno al Senato in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno. E in cui ribadirà, con fermezza, il sostegno dell’Italia a Kiev, un appoggio convinto senza se e senza ma, tornando a puntellare -ancora una volta- il posizionamento dell’Italia nello scacchiere internazionale e nell’alleanza atlantica. Senza tralasciare alcuni aspetti della visita a Kiev che lo ha visto protagonista giovedì scorso con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron, uno scatto che testimonia con chiarezza da che parte stia l’Europa.